La Nasa usa linguaggi in codice per coprire gli alieni? Facciamo chiarezza
Si sentiva certamente la mancanza degli "svistamenti" alieni vicino alla Stazione spaziale internazionale (Iss). Queste presenze ci hanno accompagnato per tutto il 2016, grazie anche al lavoro dei più fantasiosi ufologi anglosassoni, mediante il prezioso aiuto dei tabloid.
Il frasario in codice della Nasa
Ed è così che due dei più attivi ufologi in questo genere di avvistamenti (Scott Waring e SecureTeam10), hanno lanciato l'accusa che la Nasa stia svolgendo una operazione di insabbiamento degli avvistamenti alieni vicino alla Stazione spaziale, prova sarebbe una conversazione tra gli astronauti della Iss, dove parlerebbero di "gospel". Loro traducono il termine come "vangelo". Nella comunicazione si riferirebbero a delle "misteriose" luci. Traggono così la conclusione che esista un frasario in codice utilizzato dalla Nasa nel comunicare i sedicenti avvistamenti alieni.
"Svistamenti" e comunicazioni interpretate ad arte
Cosa sarebbe l'oggetto "misterioso" avvistato in data 19 luglio 2016 che gli ufologi in questione presentano come prova schiacciante? Lo abbiamo imparato diverse volte analizzando gli "svistamenti" del 2016: si tratta del solito lens flare (riflesso di lente), un artefatto fotografico molto comune, assieme a tanti altri "brutti tiri" che può giocarci la mente; specialmente quando si orbita in una Stazione spaziale.
Clickbait ufologico nei tabloid. Dando per scontato che tutti gli avvistamenti dell'anno scorso fossero "inspiegati" i tabloid si rilanciano nell'impresa di raccontarci una Stazione spaziale costantemente sotto osservazione aliena. Il nostro Scott Brando – che certamente ha una padronanza notevole della lingua inglese – non nota nulla di strano nella conversazione analizzata nel suo articolo con tanto di fonti. Se tanto ci da tanto possiamo restare in attesa dei prossimi emozionanti "svistamenti" ufologici della Iss.