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La NASA invierà organismi viventi verso il Sole per studiare gli effetti delle radiazioni

All’interno del satellite BioSentinel, che verrà lanciato verso il Sole a metà del 2020, gli scienziati della NASA inseriranno due tipologie di lieviti (funghi) per studiare gli effetti delle radiazioni sui meccanismi di riparazione del DNA, che nel Saccharomyces cerevisiae sono simili a quelli dell’uomo. I risultati aiuteranno la NASA a progettare la missione Artemis verso la Luna e la conquista di Marte.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
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A metà del prossimo anno la NASA invierà organismi viventi in orbita attorno al Sole. Nello specifico, si tratterà due varietà del fungo Saccharomyces cerevisiae, il più importante lievito per l'alimentazione umana e organismo modello per la ricerca scientifica. L'obiettivo degli scienziati è quello di studiare gli effetti delle radiazioni sulle cellule viventi, in vista dei rinvigoriti programmi di esplorazione spaziale che a breve riporteranno l'uomo sulla Luna e tra una decina di anni su Marte.

Missione Artemis. La missione, chiamata Artemis 1, è strettamente legata al programma Artemis che punta a far tornare l'uomo sulla Luna entro il 2024. Si basa sul lancio di 13 satelliti a forma di cubo con vari scopi. Uno di essi, BioSentinel, ospiterà le cellule del lievito da inviare verso il Sole. L'ultima volta che la NASA inviò organismi viventi oltre l'orbita bassa terrestre fu nel 1972, quasi 50 anni fa gli astronauti Eugene Cernan, Harrison Schmitt Ron e Evans partirono alla volta della Luna in seno alla missione Apollo 17 (soltanto i primi due calpestarono il suolo lunare). Recentemente è stata la Cina a inviare piantine di cotone sulla faccia nascosta della Luna, dove sono morte congelate dopo alcuni giorni di sopravvivenza.

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L'esperimento. Ma perché proprio cellule di lievito? Gli scienziati del prestigioso Centro di Ricerca AMES, per il quale lavora anche il giovane ingegnere napoletano Roberto Carlino (impegnato col progetto ASTROBEE), invieranno due tipi differenti di Saccharomyces cerevisiae: uno “selvatico”, che resiste abbastanza bene alle radiazioni, e uno mutante, che invece è maggiormente esposto. I ricercatori hanno scelto il lievito poiché il processo di riparazione dei danni al DNA in questi organismi è molto simile a quello umano, dunque si possono prevedere gli effetti delle radiazioni sul nostro corpo. Esse sono considerate una delle principali minacce per gli astronauti che verranno inviati su Marte e in futuro nello spazio profondo, proprio perché catalizzano il rischio di sviluppare il cancro. Il satellite BioSentinel raccoglierà dati sul lievito per circa un anno, e nel frattempo verranno condotti esperimenti simili sulla Terra e a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, per mettere a confronto i dati sulle varie condizioni (gli scienziati “bombarderanno” appositamente il lievito di radiazioni). Artemis 1 sarà anche il banco di prova per testare il super razzo lanciatore Space Launch System (SLS) della NASA, l'erede spirituale dei Saturn che portarono l'uomo sulla Luna circa 50 anni fa.

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