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Covid 19

La metà degli incubi influenzata dalla pandemia: cosa sogniamo a causa del coronavirus

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Università di Helsinki ha dimostrato che più della metà degli incubi che facciamo in questa epoca di lockdown e restrizioni è direttamente legata alla pandemia di coronavirus SARS-CoV-2. I ricercatori si sono avvalsi di un’intelligenza artificiale per trovare le associazioni tra i sogni di oltre 800 persone.
A cura di Andrea Centini
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La pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 ha causato una vera e propria ondata di stress, ansia e depressione per molteplici ragioni: dalla paura del contagio ai problemi economici, passando per solitudine, distanza dagli affetti più cari e difficoltà a garantire il benessere della propria famiglia. Tutto questo si è riflesso in problemi di salute mentale più o meno significativi, che a loro volta hanno avuto un impatto sulla qualità del sonno e sui sogni sperimentati. Sempre più indagini rilevano l'aumento di brutti sogni negli ultimi mesi, e un team di ricerca ha mostrato che ben il 55 percento degli incubi viene direttamente influenzato dal disagio e dalla paura innescati dalla pandemia.

A determinare che oltre la metà degli incubi è intimamente connessa al coronavirus è stato un gruppo internazionale guidato da scienziati del “Programma di ricerca Sleepwell” dell'Università di Helsinki, Finlandia, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psicologia e Patologia del linguaggio dell'Università di Turku; del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della prestigiosa Università di Stanford (Stati Uniti); del Massachusetts General Hospital di Boston e di altri centri di ricerca, americani e finlandesi.

Gli scienziati, coordinati dalla dottoressa Anu-Katriina Pesonen, a capo dello Sleep & Mind Research Group della Facoltà di Medicina dell'ateneo di Helsinki, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati dei sogni di centinaia di persone, che sono state contattate durante la sesta settimana di lockdown in Finlandia. Pesonen e colleghi hanno intervistato oltre 4.200 persone con un'età media di 43 anni; tutte hanno rilasciato indicazioni sulla qualità del sonno, mentre in 811 hanno riferito i contenuti dei propri sogni. I partecipanti sono stati sottoposti anche a questionari ad hoc per valutare il livello di stress e la salute mentale.

Dall'analisi dei dati è emerso che gli intervistati hanno dormito di più rispetto alla situazione pre-pandemica (54,2 percento), ma hanno anche sperimentato un numero maggiore di risvegli durante la notte (28,6 percento) e di incubi (26 percento). Per capire quanti di questi brutti sogni fossero strettamente correlati alla diffusione del coronavirus, gli scienziati hanno sfruttato un interessante stratagemma. Prima di tutto hanno tradotto i sogni in lingua inglese e hanno individuato le parole chiave di ciascuno di essi; successivamente hanno creato degli elenchi e li hanno “dati in pasto” a un'intelligenza artificiale, che è riuscita a identificare le associazioni tra le singole parole e dunque a suddividere i sogni i vari categorie.

In tutto la rete neurale ha identificato 33 tipologie (cluster) di sogni, delle quali 20 erano incubi. Analizzandoli nel dettaglio, è emerso che il 55 percento di essi era strettamente associato alla pandemia: gli intervistati ad esempio, sognavano di dover affrontare la malattia; di vedere persone anziane in difficoltà a causa del contagio; di commettere errori ‘fatali' come abbracciare qualcuno e stringere mani, non rispettando il distanziamento sociale; di avere visioni apocalittiche; di non rispettare le disposizioni in materia di mascherine e altri DPI e altro ancora. Le persone che dai questionari erano risultate più stressate, erano quelle che manifestavano un maggior numero di incubi associati alla pandemia.

“L'analisi basata sulla linguistica computazionale e assistita dall'intelligenza artificiale che abbiamo utilizzato è davvero un nuovo approccio nella ricerca sui sogni. Speriamo di vedere più ricerche sui sogni assistita dall'IA in futuro. Speriamo che il nostro studio abbia aperto lo sviluppo verso questa direzione”, ha dichiarato la dottoressa Pesonen in un comunicato stampa. Gli autori dello studio si sono detti entusiasti di poter analizzare i modelli ripetuti nei sogni delle persone grazie a questo approccio innovativo, in grado di riflettere l'atmosfera da “apocalisse” vissuta durante il lockdown. I dettagli della ricerca “Pandemic Dreams: Network Analysis of Dream Content during the COVID-19 Lockdown” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Frontiers in Psychology.

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