La CO2 sfonda la soglia delle 415 ppm per la prima volta nella storia: cosa rischiamo
Sabato 11 maggio la concentrazione di anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera ha superato la soglia psicologica di 415 ppm (parti per milione), il dato più elevato mai registrato da quando viene monitorato questo importante valore, alla base dell'effetto serra e dei devastanti cambiamenti climatici. Simili livelli di CO2 si ritiene non venissero sperimentati sulla Terra da milioni di anni, quando il pianeta era molto diverso da come lo conosciamo oggi, ed era caratterizzato da un Polo Sud ricco di foreste rigogliose. L'odierna ed elevatissima concentrazione di questo gas è invece figlia delle attività umane, legata allo sfruttamento di combustibili fossili per la produzione di energia.
Corsa inarrestabile. Quello del superamento delle 415 parti per milione (415,26, per la precisione) è l'ennesimo “scalino” di una corsa inarrestabile iniziata moti anni fa. La soglia psicologica delle 400 ppm di CO2 fu superata per la prima volta nel 2013, e da allora la curva ha continuato a salire con un ritmo medio di 2,5 ppm in più all'anno. Le 410 ppm sono state infatti raggiunte nel 2017, e sono bastati meno di 2 anni per arrivare a 415,26. L'impennata nella concentrazione di CO2 nell'atmosfera si può osservare graficamente nella cosiddetta Curva di Keeling, messa a punto dallo scienziato Charles David Keeling che iniziò il monitoraggio nel lontano 1958. “Il tasso di crescita medio rimane sulla fascia alta”, ha dichiarato il dottor Ralph Keeling, direttore dello Scripps CO2 Program e figlio di Charles David. “L'aumento rispetto allo scorso anno sarà probabilmente di circa tre parti per milione mentre la media recente è stata di 2,5 ppm”, ha aggiunto lo studioso, facendo anche un riferimento alla probabile influenza di El Nino nell'impennata.
Cosa rischiamo. Maggiore è la concentrazione di gas serra in atmosfera, dei quali l'anidride carbonica è il principale, e più velocemente si verifica il riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici. I rischi per il nostro benessere e quello dell'intera biosfera (organismi viventi che popolano la Terra) sono molteplici. Scioglimento dei ghiacci; innalzamento del livello dei mari con sommersione di intere aree costiere e isole; estinzioni e stravolgimento degli ecosistemi globali; diffusione delle malattie; carestie; guerre e migrazioni di massa sono soltanto alcuni degli eventi cui andiamo incontro, se non dovessimo riuscire a contenere l'aumento medio delle temperature rispetto ai livelli preindustriali.
Milioni di anni. La nuova soglia record di CO2 nell'atmosfera è stata documentata dall'Osservatorio del Mauna Kea alle isole Hawaii. Questo vulcano, che si erge a quasi 4.200 metri sul livello del mare, è infatti la sede perfetta per questo tipo di analisi. Come indicato, l'ultima volta che si registrò una simile concentrazione di CO2 fu milioni di anni fa, nel Pliocene, ma fu un processo graduale legato a eventi naturali, che permise alle specie di adattarsi al cambiamento in atto. Con la nostra influenza, invece, abbiamo fatto saltare tempi e ritmi, mettendo in serio pericolo noi stessi e le altre forme di vita.