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L’uomo provoca disastri ambientali da 11.500 anni: lo dimostrano i fondali del Mar Morto

Per realizzare i primi campi di colture e allevamenti i nostri antenati del Neolitico devastarano ampie aree di vegetazione, con un impatto sensibile sulla geologia dell’epoca. Le prove dell’erosione trovate in sedimenti di 11.500 anni recuperati nel Mar Morto.
A cura di Andrea Centini
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Geologi dell'Università di Tel Aviv hanno scoperto le prove dei primi e sostanziali cambiamenti ambientali legati all'impatto dell'essere umano, che risalgono a un'epoca molto più remota di quel che si possa pensare. Grazie a un enorme carotaggio – con un trapano di ben 457 metri – effettuato nel Mar Morto, il famoso lago salato che si estende tra Israele, Giordania e Palestina, i ricercatori hanno ottenuto strati di sedimenti che abbracciano 220mila anni di storia del nostro Pianeta, e in un punto preciso, risalente a 11.500 anni fa, sono emersi dati di erosione incompatibili con i processi naturali in atto fino a quel momento. Hanno in pratica trovato la firma dei nostri antenati, che iniziarono a sfruttare e degradare l'ambiente circostante per le proprie necessità.

Il periodo è quello del Neolitico, l'ultima delle tre fasi della cosiddetta Età della pietra, che collima col passaggio dal nomadismo delle comunità di cacciatori-raccoglitori ai primi insediamenti stabili di agricoltori e allevatori. L'erosione dei sedimenti, dalle tre alle quattro volte superiore rispetto a quella valutata nei periodi precedenti, sarebbe stata innescata dalla distruzione della vegetazione locale, per far posto a campi di colture e pascoli per i primi animali addomesticati. “Questa intensificata erosione è incompatibile con i regimi tettonici e climatici caratteristici dell'Olocene – l'epoca geologica che ha avuto inizio dopo il Pleistocene, circa 11,7 mila anni fa”, ha sottolineato l'autore principale dello studio, il dottor Shmuel Marco, direttore presso la Scuola di Geoscienze dell'ateneo israeliano.

Com'è ampiamente noto, anche se la nuova amministrazione americana si ostina a non ammetterlo, i cambiamenti climatici catalizzati dal fattore antropico stanno avendo un impatto drammatico sul nostro Pianeta, e comprendere a fondo tutti i processi innescati dal nostro operato, anche quelli così antichi, può essere fondamentale per progettare piani di tutela. La scoperta dei ricercatori di Tel Aviv potrebbe rappresentare anche il primo mattone del cosiddetto Antropocene, la controversa era geologica caratterizzata dall'impatto della nostra specie sugli equilibri della Terra. Si ritiene che essa sia effettivamente iniziata con la rivoluzione industriale del 1.700, ma il nuovo studio, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Global and Planetary Change, suggerisce che ‘facciamo danni' da molto più tempo.

[Foto di Wilson44691]

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