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L’elisir di lunga vita arriverà in 10 anni, invertito il processo di invecchiamento

I ricercatori americani hanno messo a punto un trattamento in grado di ringiovanire i topi affetti da invecchiamento precoce, aumentandone inoltre la longevità del 30 percento. La sperimentazione umana è prevista entro dieci anni.
A cura di Andrea Centini
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Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori del prestigioso Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California), l'agognato elisir di lunga vita non solo sarebbe realizzabile in laboratorio, ma per vederlo commercializzato non passerebbe nemmeno troppo tempo, dato che la sperimentazione sull'uomo, stimano gli autori della ricerca, comincerebbe entro una decina d'anni. Il team di studiosi coordinati dal professor Juan Carlos Izpisua Belmonte del Gene Expression Laboratory ha infatti dimostrato che nei topi è possibile invertire il processo di invecchiamento, ottenendo un guadagno sensibile nella vitalità ma soprattutto nella longevità degli animali, che aumenterebbe del 30 percento.

Per ottenere questi risultati i ricercatori hanno utilizzato una tecnica di bioingegneria in grado di trasformare le cellule adulte in cellule embrionali, tuttavia, differentemente da altri studi, invece di riportarle alla cosiddetta “ora zero”, ovvero nella fase in cui esse avevano la capacità di differenziarsi in qualunque altro tipo di cellula dell'organismo (staminali pluripotenti), i ricercatori hanno spostato indietro le lancette solo di qualche ora. In parole più semplici, le hanno “ringiovanite” sino al momento della specializzazione, quando si erano appena trasformate in cellule dell'epidermide, muscolari e via discorrendo. Secondo gli studiosi, questo processo di riprogrammazione parziale riuscirebbe a ripulire le cellule dai cosiddetti segnali epigenetici, i segni dell'invecchiamento che si accumulano nel genoma con lo scorrere del tempo.

Trattando con queste cellule alcuni topi affetti da una malattia rara chiamata sindrome di Hutchinson-Gilford o più semplicemente progeria (invecchiamento precoce), gli animali hanno vissuto ventiquattro settimane contro le diciotto di quelli non trattati. Oltre alla longevità superiore, i ricercatori hanno riscontrato un miglioramento nelle funzioni cardiache e in quelle degli altri organi, dunque, un vero e proprio ringiovanimento: “È difficile comprendere le esatte ragioni per cui per cui gli animali vivano più a lungo – ha sottolineato uno dei membri dell'equipe – tuttavia sappiamo che questi cambiamenti stanno apportando benefici a livello cellulare e organico”. Pur non specificandone l'entità, il team di ricerca ha indicato di aver ottenuto buoni risultati anche nel trattamento di topi sani, aggiungendo che tale processo, in futuro, potrebbe essere traslato all'uomo attraverso creme o iniezioni, in grado ringiovanire varie tipologie di cellule come quelle della pelle o dei muscoli.

[Foto di Pexels]

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