L’asteroide che aprì un cratere di 500 km sulla Terra
Un bombardamento senza eguali nella storia del nostro pianeta ha stravolto la Terra circa 4 miliardi di anni fa. Tra questi è stato confermato l'impatto di quello che al momento è considerato il più grande asteroide noto schiantatosi sulla Terra: un corpo largo tra 37 e 58 chilometri "caduto" ad una velocità di circa 20 km/s tra 3,23 miliardi e 3,47 miliardi anni fa in Africa, nella "Cintura di Greenstone” sulle Barberton Mountains. Come riporta il "Geochemistry, Geophysics, Geosystems", la teoria avanzata tempo fa è stata rafforzata di recente da una ricostruzione in laboratorio. Nella zona di Greenstone, Donald Lowe, geologo alla Stanford University, appurò circa dieci anni fa che la particolare conformazione delle rocce era rivelatrice di un impatto di una tale potenza che quella più nota e recente di 65 milioni di anni fa diventava – secondo un'efficace metafora di Bruce M. Simonson dell’Oberlin College (Ohio) – "poco più che un moscerino sul parabrezza". Quell'impatto fu causato da un asteroide (o cometa) di "soli" 10-15 km e portò, secondo recenti teorie, all'estinzione dei dinosauri. Un corpo più grande di 4-6 volte di quello che sterminò i giganti della Terra molto tempo prima, quando la Terra non aveva che pochi anni di età.
Il cielo diventò sempre più rosso, mentre la temperatura – con l'avvicinarsi minaccioso dell'asteroide – cominciò a salire fino a portare la superficie dei mari all'ebollizione. La polvere riempì l'atmosfera. Poi l'impatto che scosse la Terra e di cui contribuì a cambiarne l'aspetto. Se il corpo che cadde sulla Terra ai tempi dei dinosauri causò un'esplosione di energia oltre un miliardo di volte più distruttiva delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, questa dovette essere molto più devastante. Il cratere che venne aperto dall'impatto aveva un diametro di 500 km. Seguì un terremoto di magnitudo 10,8, che distrusse le rocce più giovani e che causò altri terremoti a catena. I movimenti tellurici sotto i mari alzarono onde ben più grandi di quelle che hanno devastato Fukushima nel 2011. Per quanto tremendo, però, il cataclisma che interessò la Terra – e che non fu che uno tra i tanti che interessarono il nostro pianeta – fa parte di un processo che potrebbe aiutarci a comprendere come si sono evoluti gli organismi: "stiamo cercando di capire – spiega Lowe – le forze che hanno plasmato il nostro pianeta nelle primissime fase della sua evoluzione e le ricadute sugli ambienti in cui la vita si è evoluta".