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Non fu un asteroide ad estinguere i dinosauri

Durante la Lunar and Planetary Science Conference emerge una nuova teoria sull’apocalisse che sterminò i padroni incontrastati della Terra: tsunami, terremoti, incendi e inverni “nucleari” furono causati, forse, dall’impatto con una cometa.
A cura di Redazione Scienze
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Circa 66 milioni di anni fa la Terra fu sconvolta da un cataclisma che pose fine all'esistenza del 70% delle specie viventi. Un'apocalisse che uccise la quasi totalità dei dinosauri e verso cui gli esperti direzionano ancora parte importante dei propri studi. Secondo le tesi prevalenti, un asteroide cadde sulla penisola messicana dello Yucatan, aprendo il cratere di Chicxulub, un affossamento dal diametro di 180 km creato da una detonazione di circa 5.0×1023 joule di energia. La Bomba Zar, la più potente detonata nella storia, aveva un potenza esplosiva pari a solo un ventesimo di gigatone. Lasciando invariata la collocazione geografica dell'apocalisse pre-paleogenetica, la 44a Lunar and Planetary Science Conference chiusasi oggi ha avanzato un'altra ipotesi.

Non un asteroide, ma una cometa distrusse la maggior parte delle specie viventi. Un corpo più piccolo di un asteroide, dunque, e composto prevalentemente di ghiaccio. Il cratere di Chicxulub è stato sempre catalogato come "cratere d'impatto" per l'elevata presenza di iridio, un metallo molto duro che, alle alte concentrazioni rilevate, giustifica l'ipotesi di un corpo originato dallo spazio profondo. Se si fosse trattato di un asteroide, avrebbe dovuto avere un diametro di almeno 5 chilometri per depositare i quantitativi di iridio che caratterizzano l'area di Chicxulub, ma quelle dimensioni non avrebbero prodotto un cratere di 180 km. Il corpo impattante, insomma, sarebbe dovuto essere più piccolo, ma più distruttivo. Jason Moore del Dartmouth College, New Hampshire, ha potuto dunque concludere:

Cos’è che ha abbastanza energia da fare un cratere tanto grande ma meno materiale roccioso? Ed è così che arriviamo all’ipotesi della cometa.

Le conseguenze per il nostro Pianeta restano comunque invariate. I maremoti si propagarono in onde a cerchi concentrici, l'energia impressa al suolo avviò una serie di terremoti altamente distruttivi, l'emissione di polveri e particelle coprì i cieli e la terra generando un clima perennemente invernale. Capire la storia del nostro Pianeta, tuttavia, è la necessaria premessa per conoscere lo Spazio e i pericoli che ci può riservare.

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