video suggerito
video suggerito
Covid 19

Indossare le mascherine all’aperto è utile e questi studi ci spiegano il perché

Col numero di contagi da coronavirus SARS-CoV-2 in costante crescita nel nostro Paese, diverse amministrazioni locali hanno iniziato a introdurre l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto. Diversi studi dimostrano come questa misura non sia inutile, ma serva a rafforzare quelle di base per spezzare la catena delle trasmissioni.
A cura di Andrea Centini
1.845 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

In alcune Regioni, singole città e persino aree urbane circoscritte (come piazze e vie, soprattutto quelle della “movida”), le amministrazioni locali hanno deciso di introdurre l'obbligo di indossare le mascherine anche all'aperto, per l'intera giornata e indipendentemente dalla distanza tenuta dagli altri. Si tratta di una ulteriore misura per spezzare la catena dei contagi del coronavirus SARS-CoV-2, che continuano ad aumentare e preoccupare le autorità. Benché per il momento in Italia non stiamo vivendo una seconda ondata come quella osservata in Francia, Spagna e Regno Unito, la curva epidemiologica delle infezioni è comunque in lenta ma costante ripresa da settimane. Anche il numero di pazienti con sintomi ricoverati nei normali reparti ospedalieri e in terapia intensiva è in crescita, pur essendo ben lungi dalle criticità registrate durante il picco di marzo-aprile.

Come aveva spiegato a Fanpage.it il professor Pier Luigi Lopalco, commentando l'impennata dei casi in Francia, “le dinamiche di diffusione del virus sono fondamentalmente uguali in tutte le popolazioni. Soprattutto per due popolazioni con strutture sociali e abitudini sociali molto simili come quelle dell'Italia e della Francia”. Ciò significa che se anche in Italia dovessimo comportarci esattamente come in Francia, dove le misure per contenere la pandemia sono state meno rigide, rischiamo di trovarci in una situazione del tutto analoga. Per prevenire un boom di infezioni nella delicatissima stagione autunnale, durante la quale conviveremo anche con i virus influenzali, alcune amministrazioni hanno dunque deciso di imporre l'uso della mascherina anche all'aperto. Ma è una misura davvero efficace per ridurre i rischi? Sicuramente sì, anche se va sottolineato che all'aperto – e mantenendo il distanziamento di almeno un metro dagli altri – il rischio di contagio è sensibilmente inferiore rispetto ai luoghi chiusi.

Uno degli studi che suggerisce la potenziale efficacia delle mascherine indossate all'aperto è “On coughing and airborne droplet transmission to humans” pubblicato sulla rivista scientifica Physics of Fluids ad opera degli scienziati Talib Dbouk e Dimitris Drikakis dell'Università di Nicosia (Cipro). Com'è noto, il virus viaggia nelle goccioline (aerosol e droplet) che espelliamo quando respiriamo, parliamo, tossiamo e starnutiamo. Il distanziamento sociale di un metro (che arriva a 2 metri negli Stati Uniti e in altri Paesi) è stato stabilito perché le goccioline più grandi si depositano sul terreno proprio nel raggio di 1-2 metri. Ciò è quello che è stato scoperto anche da Dbouk e Drikakis quando non c'è vento. Basta tuttavia un leggerissimo "venticello" compreso tra i 4 e i 15 chilometri orari (dalla bava di vento alla brezza) che le goccioline possono percorrere fino a 6 metri in pochi secondi. Colpi di tosse violenti e starnuti, secondo lo studio "Violent expiratory events: on coughing and sneezing” pubblicato sul Journal of Fluid Mechanics" condotto da scienziati dell'autorevole Massachusetts Institute of Technology (meglio noto con l'acronimo di MIT) possono proiettare le goccioline fino a 8 metri, ampliando ancora di più l'area del possibile contagio. Naturalmente temperatura, umidità e altri fattori concorrono a rendere più o meno probabile il rischio che goccioline contaminate possano raggiungere e infettare una terza persona, ma sicuramente indossare la mascherina abbatte significativamente ogni eventuale rischio, sia al chiuso che all'aperto.

Immagine

A schematizzare il rischio di trasmissione all'aperto (e al chiuso) sono stati gli scienziati del Nuffield Department of Primary Care Health Sciences dell'Università di Oxford, che hanno messo a punto una semplice tabella sulla base dei risultati di molteplici studi condotti sulla diffusione di droplet e aerosol. Gli scienziati coordinati dal professor Nicholas R. Jones hanno determinato che il rischio è medio in un luogo aperto e ben ventilato quando un positivo urla o canta e chi si trova nei suoi pressi non indossa la mascherina, in un contesto poco affollato. Se il contatto è prolungato il rischio risulta medio anche quando semplicemente si parla. Nei luoghi all'aperto e affollati, come possono essere parchi, giardini pubblici e piazze, il rischio di trasmissione è considerato medio anche indossando una mascherina per i contatti prolungati, mentre per i contatti brevi è considerato alto se non si indossa una mascherina e il positivo urla o canta. Immaginate un gruppo di ragazzini che gioca facendo schiamazzi; se tra i piccoli ci fosse un positivo asintomatico, Jones e colleghi suggeriscono che possano diffondere il virus con efficacia. In tutti i luoghi poco ventilati, secondo gli studiosi britannici il rischio è considerato medio o alto in quasi tutte le circostanze. Naturalmente si tratta solo di probabilità, e la trasmissione si verifica principalmente negli ambienti al chiuso, tuttavia indossare una mascherina all'aperto non è una misura totalmente inutile come alcuni vorrebbero far credere.

1.845 CONDIVISIONI
32834 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views