Il vaccino distrugge la pandemia in Israele: -99% di ricoveri e -98% di morti rispetto al picco
Sulla base della “mappa delle vaccinazioni” di Our World in Data, dall'avvio della campagna in Israele sono state somministrate 10,49 milioni di dosi di vaccino anti Covid. Poiché lo stato mediorientale ha una popolazione di poco meno di 9 milioni di abitanti, se si escludono le fasce di età più giovani che non hanno ricevuto il farmaco – a breve si dovrebbe aprire anche alla fascia 12-15 anni – la popolazione attualmente immunizzata si attesta attorno al 60 percento, mentre l'80 percento di coloro che hanno più di 16 anni hanno ricevuto almeno una dose. Nonostante ci siano ancora numerose persone da proteggere con entrambe le iniezioni, in Israele si sta registrando un vero e proprio crollo di contagi, ricoveri in ospedale e decessi legati alla COVID-19, l'infezione innescata dal coronavirus SARS-CoV-2.
Stando agli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute, citati dal Times of Israel e dall'agenzia di stampa statale cinese Xinhua, attualmente ci sono soltanto 150 pazienti ricoverati per Covid, fra i quali 80 in gravi condizioni e 50 assistiti da un ventilatore polmonare. Domenica 9 maggio ci sono stati poco meno di 20 nuovi casi di contagio e i positivi risultano essere complessivamente meno di mille (985). I decessi sono stati 1 al giorno il 9, l'8 e il 7 maggio. Mettendo a confronto questi dati con quelli del drammatico picco di gennaio 2021, quando si registravano anche 90 decessi al giorno e oltre 8mila casi di positività, si può dire senza esagerare che la pandemia di COVID-19 è stata letteralmente schiacciata.
A sottolineare gli enormi benefici della campagna vaccinale in Israele vi è anche il virologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni, professore di Virologia presso l'Università San Raffaele di Milano, oltre che direttore scientifico di Medical Facts, portale “anti bufale” nato per contrastare la dilagante disinformazione scientifica sulla rete. Lo scienziato in cinguettio su Twitter ha riportato i dati epidemiologici più significativi del Paese: rispetto al catastrofico gennaio, spiega Burioni, si registra un crollo del 99 percento dei nuovi casi (media di 5 al giorno per milione); del 98 percento dei casi gravi (media di 0,4 al giorno per milione) e del 98 percento dei morti (media di 0,2 al giorno per milione). Lo scienziato aggiunge che in questo momento in Israele si fa una vita praticamente normale con pochissime restrizioni: il riferimento è alle recenti riaperture, alla fine del coprifuoco e al ritiro dell'obbligo di indossare le mascherine all'aperto. Insomma, “il vaccino ha vinto e COVID-19 ha perso, almeno per ora”, chiosa il virologo.
Alla luce di questi dati, che rapportati all'Italia si tradurrebbero in 12 morti al giorno (ad oggi sono ancora centinaia), il professor Burioni sottolinea l'importanza di fare in fretta anche nel nostro Paese con la campagna vaccinale. Israele ha comunque sottoscritto un accordo speciale con Pfizer per garantirsi una massiccia fornitura del vaccino anti Covid BNT162b2/Tozinameran (nome commerciale Comirnaty); in cambio sta divulgando costantemente i dati sugli effetti della costante e capillare somministrazione delle dosi, estremamente positivi e che fanno ben sperare per il futuro di tutti noi.