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Il segreto della longevità nel cuore del pino che vive oltre 5mila anni

Un team di ricerca americano guidato da scienziati delle università del Texas e dell’Arizona ha scoperto che nel Pinus longaeva, un albero che vive oltre 5mila anni, si trova un RNA intermedio tra quello nostro e quello presente in microorganismi. È una sorta di “anello mancante” che potrebbe aiutarci a comprendere meglio i meccanismi biologici dell’invecchiamento legati all’accorciamento dei telomeri e contrastarli.
A cura di Andrea Centini
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Pinus longaeva
Pinus longaeva

Nel cuore dell'albero che vive più a lungo, il Pinus longaeva statunitense che può superare i 5mila anni di età, è stato identificato il "segreto" che potrebbe aiutarci a vivere meglio e di più, oltre che proteggerci dal cancro. In parole semplici, in questa pianta è stato identificato un tipo di RNA intermedio tra quello presente negli organismi più complessi (come l'essere umano) e quelli più semplici, come i microorganismi unicellulari. È una sorta di anello mancante tra le due tipologie di acido ribonucleico, che gioca un ruolo fondamentale nel tenere a bada l'invecchiamento supportando la telomerasi, un enzima che usa proprio frammenti di RNA per allungare i telomeri (i “cappucci” terminali dei cromosomi fatti di DNA) e contrastare il loro accorciamento.

Il deterioramento/accorciamento dei telomeri avviene divisione cellulare dopo divisione cellulare, e rappresenta una sorta di orologio molecolare che segna l'inevitabile scorrere del tempo, destinato a portare più o meno lentamente tutti gli organismi alla morte. È noto che gli animali più longevi possano vivere fino ad alcune centinaia di anni, come la vongola oceanica (più di 500 anni) e lo squalo della Groenlandia (400 anni) – sebbene esista la cosiddetta “medusa immortale” -, mentre le piante possono arrivare ad alcune migliaia di anni, proprio come il Pinus logaeva. Comprendere appieno come agisce il meccanismo che lega il suo peculiare RNA al lavoro della telomerasi nel proteggerlo dall'invecchiamento potrebbe portare a terapie rivoluzionarie, in grado di proteggerci dalle neoplasie e magari farci vivere molto più a lungo.

A descrivere le caratteristiche dell'RNA dell'albero “Matusalemme” è stato un team di ricerca americano guidato dai due scienziati Julian Chen e Dorothy Shippen, rispettivamente della Scuola di Scienze Molecolari presso l'Università Statale dell'Arizona e della Texas A & M University. I dettagli della ricerca “The conserved structure of plant telomerase RNA provides the missing link for an evolutionary pathway from ciliates to humans” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

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