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Il mistero dei ‘prati verdi’ al posto del ghiaccio dell’Artico

Lo scioglimento dei ghiacci innescato dal riscaldamento globale sta facendo proliferare il fitoplancton al di sotto degli strati sempre più sottili, a causa dei raggi solari che normalmente verrebbero riflessi. A rischio gli equilibri ecologici.
A cura di Andrea Centini
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artico

Negli ultimi anni i ricercatori hanno osservato un vero e proprio boom nelle comunità di fitoplancton (microorganismi fotosintetizzanti) al di sotto degli strati del ghiaccio artico, che ne stanno letteralmente cambiando il colore ma soprattutto gli equilibri ecologici, dato che esse sono alla base della catena alimentare. Secondo gli studiosi della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) la svolta ‘verde' sarebbe l'ennesimo effetto dei cambiamenti climatici, il cui impatto sulla fauna marina risulta del tutto imprevedibile. Il sensibile innalzamento delle temperature del continente artico, che in alcuni punti sono risultate addirittura superiori di 30° centigradi rispetto alla media stagionale, stanno infatti rendendo sempre più sottili e radi gli strati di ghiaccio, permettendo la formazione dei cosiddetti ‘stagni di fusione' e la penetrazione dei raggi solari, che normalmente verrebbero riflessi dallo spessore naturale.

Le regioni sensibili al fitoplancton nel corso degli ultimi 30 anni
Le regioni sensibili al fitoplancton nel corso degli ultimi 30 anni

In questo stato la luce riesce a raggiungere lo strato superficiale d'acqua dove vivono i microorganismi fitoplanctonici, catalizzandone la proliferazione in grandissime comunità. “Si è passati da una condizione in cui non c'era alcuna possibilità che potessero esserci fioriture di plancton a massicce regioni dell'Artico sensibili a questo tipo di fenomeno”, ha sottolineato il dottor Chris Horvat, uno dei coautori della ricerca. Poiché i satelliti non riescono a scrutare al di sotto del ghiaccio, il team di ricercatori si è avvalso di un modello matematico per valutare l'estensione delle aree sensibili al fitoplancton, in un intervallo di tempo compreso tra il 1986 e il 2015.

Se 20 anni fa soltanto il 3 o 4 percento del ghiaccio artico avrebbe permesso la proliferazione di tali colonie, nel 2015 questo valore è balzato al 30 percento, suggerendo un cambiamento radicale nella catena trofica locale. “Ad un tratto le nostre idee su come funziona questo ecosistema sono diverse. Le fondamenta della catena alimentare artica si stanno sviluppando in un momento diverso e in luoghi che sono meno accessibili agli animali che hanno bisogno di ossigeno”, ha aggiunto con preoccupazione Horvat. Ciò che temono di più i ricercatori, oltre al fatto che l'inversione di tale fenomeno al momento è da eslcudere, è l'effetto a catena sugli interi oceani, dato che le esplosioni di fitoplancton fanno convergere nell'area predatori di ogni dimensione, compresi i grandi cetacei misticeti. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati su ScienceAdvances.

[Foto di NASA]

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