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Il miele è efficace contro i “superbatteri” resistenti agli antibiotici

Grazie a numerosi test condotti con varie tipologie di miele ricercatori australiani hanno determinato il fattore protettivo della sostanza, in grado di bloccare la farmaco-resistenza dei batteri laddove si sarebbe sviluppata.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca dell'Università della Tecnologia di Sydney ha determinato che il miele potrebbe essere un preziosissimo alleato contro i “superbatteri” resistenti agli antibiotici. In base ai test eseguiti dagli studiosi, coordinati dalla professoressa Nural Cokcetin, docente di microbiologia presso l'ateneo australiano, molti di questi pericolosi microorganismi non sarebbero infatti ancora riusciti a sviluppare una resistenza contro le proprietà medicinali dell'alimento prodotto dalle api, da sempre considerato un “rimedio della nonna” per diversi malesseri. Alla base dei benefici protettivi del miele vi sono le piante di cui si nutrono gli insetti, i cui principi attivi vengono trasferiti nel fluido zuccherino.

Partendo da queste note proprietà, Cokcetin e colleghi hanno testato diverse tipologie di miele con antibiotici e batteri, osservando che in presenza della sostanza, in condizioni in cui normalmente si sarebbe sviluppata rapidamente la cosiddetta antibiotico-resistenza, essa non è invece emersa. “I risultati sono coerenti”, ha sottolineato la ricercatrice in seno a una conferenza tenutasi durante la Settimana della Scienza di Sydney, appena conclusasi.

Poiché l'efficacia medicinale del miele, in particolar modo di quello estratto dal fiore di manuka, varia al variare di diversi parametri, tra i quali la concentrazione zuccherina, la presenza del composto chimico metilgliossale (MGO) e il livello di Ph, il team dell'ithree Institute dell'Università della Tecnologia sta testando centinaia di combinazioni e varietà al fine di determinare quella migliore contro i superbatteri. Si tratta di una ricerca estremamente importante poiché si ritiene che in un prossimo futuro, entro il 2050, milioni di persone potrebbero morire proprio a causa della resistenza ai farmaci sviluppata dai microorganismi patogeni. Recentemente un team di ricerca della George Mason University di Fairfax (Virginia) ha scoperto che nel sangue dei draghi di Komodo vi sono frammenti proteici con elevate capacità antibatteriche, e anch'essi, alla stregua del miele, potrebbero aiutare gli scienziati a creare un farmaco efficace e sicuro.

[Foto di explorerbob]

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