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Covid 19

Il lockdown è finito e in Italia ritorna il rumore di fondo causato dall’uomo

Grazie ai dati raccolti dalla stazione sismica “MILN” di Milano, gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno rilevato che con l’avvio della fase 2 dell’emergenza coronavirus in Italia è tornato il rumore sismico ambientale, ovvero le vibrazioni prodotte dalle attività umane.
A cura di Andrea Centini
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La diffusione della pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 e le conseguenti limitazioni alle libertà personali hanno avuto un drammatico impatto sanitario, sociale ed economico, comportando una crisi globale che a questi livelli non si registrava dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. La temporanea “scomparsa” dell'uomo da strade e città e la chiusura delle attività, tuttavia, ha avuto anche alcuni effetti positivi sull'ambiente e sulla qualità dell'aria che respiriamo, dovuti al crollo dei gas a effetto serra (anidride carbonica) e di inquinanti tossici (diossido di carbonio), che sono stati rilevati dai sensori dei satelliti e dalle stazioni sparse nelle grandi città. Ma c'è stata anche una significativa riduzione del rumore ambientale prodotto dalle attività umane, che ha donato nuova quiete a città caotiche e in balia dei ritmi frenetici. Ora, con la Fase 2 dell'emergenza entrata nel vivo, questo rumore di fondo è tornato a salire, raggiungendo praticamente la soglia della “normalità”.

Ad annunciare la risalita del cosiddetto “rumore sismico ambientale” è stato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che all'inizio di aprile ne aveva annunciato anche il crollo, grazie alle rilevazioni dei sismometri installati in due stazioni della Rete Sismica Nazionale, a Orzinuovi (Brescia) e Piacenza. Una riduzione particolarmente significativa delle vibrazioni era stata registrata a partire dal 22 marzo, da quando entrò in vigore il cosiddetto decreto “blocca Italia”, con un inasprimento delle misure attuate dal precedente “Io Resto a Casa” e la conseguente chiusura di tutte le attività non essenziali. Al termine del lockdown vero e proprio, avvenuto lo scorso 4 maggio, i livelli del rumore di fondo nei giorni feriali e nelle ore diurne sono rientrati quasi nella norma, come spiegato dall'INGV in un comunicato stampa. Viene comunque sottolineato che un lento ma progressivo incremento è stato osservato già dalla seconda settimana di aprile.

Il grafico del rumore ambientale a Milano, dal 1 gennaio 2019 al 17 maggio 2020. Credit: INGV
Il grafico del rumore ambientale a Milano, dal 1 gennaio 2019 al 17 maggio 2020. Credit: INGV

A evidenziare il crollo e la successiva risalita del rumore di fondo in Italia è un grafico ottenuto dai dati raccolti dalla stazione sismica “MILN” installata a Milano, che abbraccia un periodo che va dal 1 gennaio 2019 al 17 maggio 2020, il giorno prima che venisse nuovamente concessa la libertà di circolare nella propria Regione di residenza. Come specificato dall'INGV, nel grafico “la linea tratteggiata di nero si riferisce al 23 febbraio 2020, mentre quella verde al 4 maggio 2020”. Per quanto concerne le linee continue, il riferimento è a due giorni della settimana: il rosso mercoledì e il verde la domenica. I picchi negativi visibili nella parte del grafico antecedente all'emergenza coronavirus sono legati a festività, che hanno influenzato traffico e attività produttive. Ricordiamo che il rumore caotico delle città può avere anche effetti sulla nostra salute, determinando ad esempio disturbi del sonno.

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