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Covid 19

Il coronavirus potrebbe ridurre il testosterone: cali maggiori nei pazienti in terapia intensiva

Analizzando i dati di oltre duecento pazienti affetti da COVID-19, l’infezione causata dal coronavirus SARS-CoV-2, un team di ricerca turco guidato da scienziati dell’Università di Mersin ha determinato che il patogeno potrebbe abbattere i livelli di testosterone. Nei pazienti ricoverati in terapia intensiva rilevate le concentrazioni più basse.
A cura di Andrea Centini
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La COVID-19, l'infezione causata dal coronavirus SARS-CoV-2, potrebbe abbattere in modo significativo i livelli di testosterone nei pazienti maschi. Quelli ricoverati in terapia intensiva, inoltre, avrebbero maggiori probabilità di presentare concentrazioni più basse dell'ormone rispetto ai sintomatici non gravi e soprattutto agli asintomatici. Poiché l'ormone sessuale maschile gioca un ruolo anche contro le infezioni, gli scienziati ritengono plausibile che bassi livelli di testosterone siano associati anche alla mortalità per coronavirus, e potrebbero in parte spiegare poiché gli uomini hanno maggiori probabilità di morire rispetto alle donne (che sarebbero ‘difese' dagli estrogeni).

A scoprire questo legame tra infezione da coronavirus SARS-CoV-2 e testosterone è stato un team di ricerca turco guidato da scienziati della Facoltà di Medicina dell'Università di Mersin, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Malattie Infettive presso L'Ospedale Educativo e di Ricerca della città di Mersin. Gli scienziati, coordinati dal professor Selahittin Cayan, docente presso il Dipartimento di Urologia dell'ateneo turco, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di oltre 200 pazienti maschi – tutti con un'età superiore ai 18 anni – ricoverati in ospedale per COVID-19. Cayan e colleghi li hanno divisi in tre gruppi: pazienti asintomatici (46); pazienti sintomatici ricoverati nel reparto di Medicina Interna (129); e pazienti ospedalizzati nel reparto di Terapia Intensiva (46). Fra essi, soltanto in 24 erano erano stati sottoposti al test degli ormoni gonadici prima della scoppio della pandemia di coronavirus, pertanto solo per questo sottogruppo è stato possibile fare un confronto dei livelli di testosterone prima e dopo l'infezione. Ebbene, dalle analisi è emerso che i livelli dell'ormone sessuale maschile sono calati in modo significativo dopo il ricovero per la COVID-19, e maggiore era la diminuzione di testosterone, più probabilità avevano i pazienti di essere ricoverati nel reparto di terapia intensiva.

“Nel nostro studio, il testosterone totale medio è diminuito all'aumentare della gravità della COVID-19. Il livello medio di testosterone totale era significativamente più basso nel gruppo della terapia intensiva rispetto al gruppo asintomatico. Inoltre, il livello medio di testosterone totale era significativamente inferiore nel gruppo della terapia intensiva rispetto al gruppo di assistenza intermedia”, ha dichiarato il professor Cayan. “Abbiamo scoperto l'ipogonadismo – una condizione in cui il corpo non produce abbastanza testosterone – in 113 (51,1%) dei pazienti maschi. I pazienti deceduti avevano livelli medi di testosterone significativamente più bassi rispetto ai pazienti che erano vivi, tuttavia, anche il 65,2 percento dei 46 pazienti asintomatici ha avuto una perdita della libido”, ha aggiunto lo scienziato.

Poiché è noto da tempo che i livelli di testosterone possono calare quando ci si ammala – in particolar modo durante le infezioni -, e avendo questo ormone capacità antiinfiammatorie, la sua riduzione secondo gli esperti potrebbe favorire la “tempesta di citochine” provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, una delle complicanze peggiori dovute a una risposta esagerata del sistema immunitario. In precedenza un team di ricerca italiano guidato da scienziati del Veneto Institute of Molecular Medicine (VIMM) e dell'Università degli Studi di Padova aveva tuttavia rilevato che i pazienti con cancro alla prostata e sottoposti alla terapia di blocco androgenico – o deprivazione androgenica (ADT) – sembrerebbero avere un rischio minore di ammalarsi di COVID-19. Pertanto si suggeriva che la soppressione temporanea degli androgeni (del quale fa parte il testosterone) potesse essere una potenziale arma contro la pandemia di coronavirus. Gli autori del nuovo studio suggeriscono invece che trattamenti con testosterone potrebbero migliorare la prognosi dei pazienti positivi al coronavirus che presentano livelli molto bassi dell'ormone. Va sottolineano che lo studio turco presenta alcuni limiti, come l'assenza di un confronto con un gruppo di controllo (senza COVID-19) e il piccolo campione dei pazienti coinvolti, pertanto i risultati devono essere confermati da indagini più approfondite. I dettagli dello studio “Effect of serum total testosterone and its relationship with other laboratory parameters on the prognosis of coronavirus disease 2019 (COVID-19) in SARS-CoV-2 infected male patients: a cohort study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Aging Male.

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