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Il caffè è un “antidolorifico” naturale: più ne bevi, meno dolore provi

Ricercatori americani dell’Università dell’Alabama di Birmingham hanno dimostrato che la caffeina è un potente alleato contro il dolore, aumentandone la sopportazione in relazione alle quantità assunte. In pratica, più si beve caffè e maggiore è la resistenza. L’effetto è indipendente da sesso, età e vizio del fumo e dell’alcol, tutti fattori in grado di influenzare la resistenza al dolore.
A cura di Andrea Centini
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Il caffè aumenta la soglia del dolore e il suo effetto incrementa al crescere delle quantità assunte quotidianamente. Lo ha dimostrato un team di ricerca della Scuola di infermieristica e della Divisione di Medicina del Dolore presso l'Università dell'Alabama di Birmingham, Stati Uniti, che ha coinvolto 62 partecipanti volontari in esperimenti di laboratorio atti a misurare la tolleranza al dolore. Gli scienziati, coordinati dal professor Burel Goodin, docente presso i dipartimenti di Psicologia e Medicina acuta, cronica e continua dell'ateneo americano, sapevano già che la caffeina – la sostanza psicoattiva più consumata al mondo – aveva la capacità di ridurre il dolore, ma hanno deciso di quantificarne gli effetti in relazione all'uso quotidiano.

Per prima cosa Goodin e colleghi hanno fatto compilare ai partecipanti una sorta di diario per una settimana, nel quale riportare giorno dopo giorno e con la massima accuratezza le quantità consumate di caffè, bevande energetiche, tè, cioccolato e altri prodotti affini. Dall'analisi statistica dei dati raccolti è emerso che i volontari, sia uomini che donne con un'età compresa tra i 19 e i 72, consumavano in media 170 milligrammi di caffeina al giorno, quantificabili in un paio di tazze. Una parte di essi (il 15 percento) arrivava fino a 400 milligrammi al giorno. Al termine della settimana sono stati tutti condotti in laboratorio, dove gli scienziati li hanno sottoposti a esperimenti in grado di verificare la sopportazione del dolore. In parole semplici, dei macchinari imprimevano sull'avambraccio e sulla schiena dei volontari pressioni e temperature variabili, passando da un semplice fastidio a dolore di crescente intensità fino a qunado non diventava insopportabile. I partecipanti dovevano semplicemente premere un pulsante per indicare il passaggio da una soglia all'altra.

Come indicato, chi consumava più caffè dimostrava una resistenza superiore al dolore, e il dato si è mantenuto anche isolando i fattori noti che influenzano questo “potere”, come il vizio dell'alcol e del fumo, l'età e il sesso. È noto ad esempio che le donne sopportano di più il dolore, un meccanismo di difesa evolutosi in relazione alle sofferenze del parto. “La dieta può effettivamente essere un utile alleato per diminuire la sensibilità al dolore”, ha dichiarato l'autore principale dello studio, aggiungendo tuttavia che non è solo la caffeina a fornire la protezione, ma anche un modello alimentare basato su prodotti di origine vegetale, come dimostrato da un'altra ricerca”.

Naturalmente, qualora si soffrisse di dolore cronico come quello neuropatico, prima di lanciarsi a capofitto sulle bevande ricche di caffeina è sempre doveroso consultarsi col proprio medico; benché il caffè “allunghi la vita” come dimostrato da alcune ricerche, si tratta infatti è una sostanza che può avere seri effetti collaterali, in particolar modo per l'apparato cardiocircolatorio. Le quantità da assumere dovrebbero essere sempre definite da uno specialista. I dettagli della ricerca, diffusi a pochi giorni dalla Giornata Internazionale del Caffè organizzata dall’ICO (International Coffee Organization) in collaborazione con l’ONU, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Psychopharmacology.

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