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Il Botswana vuole riaprire la caccia agli elefanti: saranno trasformati in cibo per animali

Il Botswana vuole riaprire la caccia mirata agli elefanti perché i pachidermi sarebbero diventati troppi e pericolosi per l’uomo. L’obiettivo è riaprire i safari di caccia grossa e trasformare i pachidermi macellati in carne in scatola per cani e gatti. Gli esperti sottolineano che una simile decisione avrebbe un impatto drammatico sull’ecoturismo, seconda fonte di reddito del Paese.
A cura di Andrea Centini
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Credit: katja
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Le autorità del Botswana sono intenzionate a riaprire la caccia agli elefanti e a trasformare la carne dei pachidermi macellati in cibo in scatola per cani e gatti. La decisione finale non è stata ancora presa, dato che la proposta dovrà essere sottoposta a ulteriori analisi e valutazioni, tuttavia nel nuovo rapporto stilato da una commissione ad hoc emerge la chiara volontà di abolire il divieto di caccia vigente, introdotto nel 2014 dall'ex presidente Ian Khama.

Perché vogliono uccidere gli elefanti. Il progetto di abbattimento è principalmente legato al numero di pachidermi presenti in Botswana, circa 130mila esemplari, la popolazione più ampia di tutta l'Africa. A causa dei cambiamenti climatici e del depauperamento delle risorse idriche e vegetali, gli elefanti si avvicinano sempre più spesso ai villaggi e ai centri abitati, distruggendo intere coltivazioni e in alcuni casi uccidendo le persone. Da quando è stato introdotto il divieto di caccia il loro numero sarebbe aumentato sensibilmente (sebbene i dati siano discordanti), così come quello della popolazione umana, che ha bisogno di più cibo e terra. Ciò amplifica le probabilità di incontro tra uomini e i grandi animali selvatici, con rischi da non sottovalutare.

Caccia selettiva. L'idea del nuovo presidente Mokgweetsi Masisi, subentrato a Khama nell'aprile dello scorso anno, è quella di riaprire la caccia selettiva volta alla “conservazione della specie”, creando zone cuscinetto tra le aree dove poter praticare gli abbattimenti mirati e riserve naturali protette. Secondo la commissione di Masisi in questo modo si “taglierebbero” anche le nuove rotte migratorie degli elefanti, riducendo i rischi di incontro con gli esseri umani. Ma in molti vedono in questa mossa del presidente la volontà di ingraziarsi i cittadini delle aree rurali – che sottolineano di essere esposti a maggiori pericoli dal 2014 – e quella degli operatori dei safari di caccia, che hanno perso il lavoro da quando è entrata in vigore la moratoria. Secondo la commissione dovrebbe essere introdotta una limitata ma regolare macellazione degli elefanti, anche per creare riserve di carne in scatola per animali domestici.

Critiche interne. Proprio grazie al divieto di Khama, dal 2014 è stato registrato un vero e proprio boom economico legato ai safari fotografici, in particolar modo quelli di lusso, che hanno portato a un aumento esponenziale del turismo in Botswana. Il settore è cresciuto così tanto che oggi è diventato la seconda fonte di reddito del Paese, dopo l'estrazione dei diamanti. Secondo molti esperti la riapertura della caccia agli elefanti arrecherà un danno enorme alla reputazione internazionale, frenando di conseguenza la crescita economica. Del resto i safari "vecchio stile" avrebbero appeal solo per i crudeli appassionati di caccia grossa di specie africane. La difficile convivenza tra uomini ed elefanti non va assolutamente sottovalutata, ma non può passare per l'uccisione di animali intelligentissimi e sociali, minacciati di estinzione proprio a causa dell'uomo. Proprio in Botswana nel settembre 2018 sono state scoperte le carcasse di 87 elefanti, uccisi per prelevarne le zanne.

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