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I vermi della farina approvati come “nuovo alimento” nell’Unione Europea: li mangerete?

Sugli scaffali dei supermercati europei presto troveremo confezioni di vermi della farina essiccati o in polvere, pronti a essere trasformati in hamburger e altre pietanze. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha infatti approvato queste larve di coleottero come “nuovo alimento”, e presto saranno disponibili per tutti.
A cura di Andrea Centini
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L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha ufficialmente approvato per il consumo umano il cosiddetto “verme della farina”, che potrà dunque essere regolarmente commercializzato nei Paesi europei – Italia compresa – come nuovo alimento. Sin dal 1° gennaio 2018, da quando è entrato in vigore il regolamento sui nuovi alimenti per i cittadini dell'Unione Europea, l'ESFA ha ricevuto molteplici domande per l'approvazione di un'ampia varietà di fonti alimentari, che abbracciano erbe, alghe, frutti esotici e anche insetti, per i quali si attendeva solo il "via libera" ufficiale. Benché questi artropodi non rientrino nella tradizione culinaria del Vecchio Continente, si stima che nel mondo 2,5 miliardi di persone consumino regolarmente insetti, in particolar modo in Asia e Africa, ma anche in Australia e Nuova Zelanda. L'introduzione di questi alimenti potrebbe apportare benefici sia alla nostra salute che a quella dell'ambiente,

Gli insetti sono innanzitutto considerati una valida fonte di proteine e un'ottima alternativa ai prodotti animali che siamo abituati a consumare normalmente. Ma non solo. Gli insetti, infatti, si riproducono molto velocemente e hanno bisogno di una quantità significativamente inferiore di acqua, mangimi e altre risorse per essere prodotti, inoltre la filiera è molto meno inquinante di quella quella tradizionale e la produzione di rifiuti è limitata (basti pensare all'impatto degli allevamenti di bovini). In parole semplici, gli insetti sono considerati un alimento sostenibile e “amico” del nostro Pianeta, e se si tiene presente l'aumento della popolazione umana attesa per prossimi decenni e il grave impatto dei cambiamenti climatici, il sostentamento di larga parte dell'umanità, in futuro, oltre che da alimenti di origine vegetale potrebbe essere legato proprio a “manicaretti” a base di questi poco invitanti invertebrati.

Tra quelli che giocheranno un ruolo importante vi è proprio il “verme della farina”, che a dispetto del nome non è affatto un verme (non è un anellide come un lombrico, per intenderci), ma si tratta dello stadio larvale della tarma della farina o tenebrione mugnaio, un coleottero – dunque un insetto – che da adulto è di colore nero e raggiunge i 2 centimetri di lunghezza. La sua larva, cilindrica, trasparente nelle prime fasi e di un giallo vivo in accrescimento, è proprio il “novel food” approvato dall'EFSA. Potrà essere consumato sia intero, dopo un processo di essiccamento termico, che in polvere, una sorta di farina con la quale potranno essere prodotti anche hamburger e altre pietanze. L'aspetto per così dire poco appetitoso rappresenta il limite principale per la diffusione di questi alimenti in Occidente, ciò nonostante, secondo gli esperti alla fine ci abitueremo come avvenuto in altre parti del mondo.

“Ci sono ragioni cognitive derivate dalle nostre esperienze sociali e culturali, il cosiddetto ‘fattore schifo', che rendono il pensiero di mangiare insetti repellente a molti europei. Con il tempo e l'esposizione tali atteggiamenti possono cambiare”, ha dichiarato in un comunicato stampa dell'EFSA il dottor Giovanni Sogari dell'Università di Parma. “Ci sono evidenti vantaggi ambientali ed economici se si sostituiscono le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e si traducono in minori emissioni di gas serra. Costi e prezzi inferiori potrebbero migliorare la sicurezza alimentare e la nuova domanda aprirà anche opportunità economiche, ma queste potrebbero anche influenzare i settori esistenti”, gli ha fatto ecco il professor Mario Mazzocchi, statistico economico e docente presso l'Università di Bologna. Probabilmente ci vorrà ancora qualche tempo prima di vedere i vermi della farina sugli scaffali dei nostri supermercati, ma in futuro questa pietanza poco attraente ma sostenibile potrebbe diventare la normalità. Andrà valutato anche il rischio di potenziali allergie, tenendo presente che la maggior parte di esse è scaturita proprio da proteine di origine animale. I dettagli sull'approvazione del verme della farina come novo alimento potete trovarli nell'articolo Safety of dried yellow mealworm (Tenebrio molitor larva) as a novel food pursuant to Regulation (EU) 2015/2283 pubblicato sull'EFSA Journal.

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