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Questi insetti sono il cibo (sostenibile) del futuro

Lo afferma uno studio Usa sulle larve delle tarme della farina: oltre all’utilizzo nell’industria dei mangimi, questa specie di insetti promette di essere una fonte proteica alternativa anche per gli esseri umani.
A cura di Valeria Aiello
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Alcuni insetti, storicamente considerati parassiti, promettono di essere una fonte di cibo sostenibile non solo per l’industria dei mangimi ma anche per quella alimentare. Lo afferma uno studio statunitense condotto sulle larve di Tenebrio molitor, un coleottero della famiglia dei Tenebrionidi, comunemente conosciuto come tarma della farina. L’analisi si è concentrata sul genoma dell’insetto e i risultati della ricerca, pubblicati sul Journal of Insects as Food and Feed hanno evidenziato le potenzialità di un suo utilizzo come fonte proteica alternativa anche per gli esseri umani.

Una specie di insetti promette di essere una fonte di cibo sostenibile

La crescita demografica e la pressione sulla produzione di proteine stanno aumentando a un ritmo insostenibile, senza nemmeno considerare i cambiamenti climatici – ha affermato la professoressa Christine Picard , biologa e direttrice del programma di scienze forensi e investigative presso la School of Science dell’Indiana University di Indianapolis, negli Usa, coordinatrice della ricerca portata avanti insieme alla Beta Hatch, società Usa che si occupa di selezione genetica e allevamento di insetti per la produzione di mangimi per animali e fertilizzanti per le colture.

I ricercatori hanno scoperto che le larve delle tarme della farina rappresentano un’opportunità per un’ampia gamma di applicazioni, oltre ad essere utilizzate come fonte alternativa di proteine per il consumo animale, compresi i pesci. Per arrivare a questa conclusione, gli studiosi hanno sequenziato il genoma degli insetti, integrando due metodologie che permetteranno di utilizzare il Dna e ottimizzare il materiale genetico per la produzione e il consumo di massa. “I genomi degli insetti – ha aggiunto Picard – sono impegnativi da sequenziare ma più lunga è la sequenza e migliore è il genoma che si potrà assemblare”.

Nello specifico, le tarme della farina “potrebbero essere davvero utili nell’industria dei mangimi per animali domestici e, forse, un giorno anche per quella alimentare, dal momento che rappresentano una fonte alternativa di proteine”. In futuro, ha spiegato Picard, i ricercatori intendono comprendere alcuni processi biologici che riguardano questa specie al fine di ottenere informazioni utili per la loro commercializzazione su vasta scala.

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