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Covid 19

I vaccini a mRNA contro l’influenza testati sull’uomo: come funzionano e perché sono promettenti

Tre grandi case farmaceutiche hanno avviato la sperimentazione clinica di vaccini antinfluenzali a mRNA. Perché sono molto promettenti e come funzionano.
A cura di Andrea Centini
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La pandemia di COVID-19 ha spinto la ricerca a risultati senza precedenti, dei quali il maggior successo è indubbiamente lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci contro il coronavirus SARS-CoV-2 in tempi eccezionalmente rapidi. A rendere ancor più straordinario questo traguardo, il fatto che due di essi – il Comirnaty di Pfizer-BioNTech e lo Spikevax di Moderna – si basano su una tecnologia completamente nuova per un vaccino umano, l'RNA messaggero (mRNA). Il meccanismo che determina l'immunità contro il patogeno pandemico, basato sulla consegna delle istruzioni per creare le proteine virali, è considerato estremamente promettente anche per combattere una moltitudine di altre patologie; non a caso sono in sviluppo vaccini a mRNA contro il cancro, la malaria, la tubercolosi, le patologie autoimmuni e anche contro l'influenza, una malattia sin troppo spesso sottovalutata.

Esistono già diversi vaccini contro i patogeni influenzali, basati sulle tecnologie tradizionali dei virus inattivati e delle proteine ricombinanti. Tuttavia, come evidenziato da Nature, essi offrono in genere un'efficacia contro le infezioni del 40 – 60 percento. C'è dunque ampio margine di miglioramento. Tenendo presente che i vaccini anti Covid a RNA messaggero hanno dimostrato un'efficacia contro la malattia sintomatica superiore al 90 percento negli studi clinici – determinando l'approvazione per l'uso di emergenza – e nel mondo reale, si ritiene che possano essere estremamente efficaci anche contro l'influenza. Come spiegato da Nature, i vaccini antinfluenzali a mRNA potrebbero essere un “prodotto migliore” di quelli tradizionali per diverse ragioni. “Le risposte immunitarie suscitate potrebbero essere più ampie, le proteine espresse dovrebbero avere una migliore fedeltà alla sequenza, la selezione del ceppo potrebbe essere più accurata”, specifica Nature. Inoltre la tecnologia basata sull'RNA messaggero “rende facile incorporare un gran numero di antigeni”. Tutte queste caratteristiche "potrebbero tradursi in una maggiore protezione immunitaria".

Al momento ci sono tre grandi case farmaceutiche che hanno portato alla prima fase della sperimentazione clinica i propri vaccini antinfluenzali a mRNA, ovvero Moderna, Pfizer e Sanofi. Ma la versatilità della tecnologia a RNA messaggero permette di creare anche vaccini 2 in 1 e persino 3 in 1. Moderna, ad esempio, sta testando un vaccino unico in grado di combattere sia la Covid che l'influenza, ma ne ha un altro in cantiere che oltre a queste due patologie punta a combattere anche il virus sinciziale respiratorio umano (RSV), che quest'anno si sta dimostrando particolarmente aggressivo nei bambini. Tenendo presente che molti esperti ritengono che il coronavirus SARS-CoV-2 non sparirà e diventerà endemico, richiedendo una vaccinazione periodica esattamente come quella contro l'influenza, avere un vaccino unico contro le due patologie infettive (e magari anche altre) può rappresentare un'arma estremamente preziosa per contenere la diffusione dei patogeni e il conseguente impatto sanitario.

Non va inoltre dimenticato che l'influenza è scatenata da un numero significativo di agenti virali, noti fra l'altro per la notevole tendenza a mutare. È per questa ragione che il vaccino antinfluenzale è di tipo trivalente/quadrivalente, progettato per combattere i virus che si ritiene guideranno l'ondata epidemica di stagione in stagione. Talvolta tale previsione non risulta azzeccata e nonostante una campagna vaccinale robusta i casi di influenza possono essere numerosi. I vaccini a mRNA sono considerati versatili poiché permettono di integrare più antigeni, dunque possono essere preparati per combattere un maggior numero di patogeni ed essere più efficaci nel generare anticorpi neutralizzanti specifici. Gli scienziati della Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania e della Icahn School of Medicine at Mount Sinai stanno addirittura progettando un vaccino contenente ben 10-12 antigeni, un traguardo estremamente complicato da ottenere con le tecnologie tradizionali. La speranza è che i vaccini a mRNA di nuova generazione contro l'influenza – e tutte le altre patologie per cui sono in sperimentazione – risulteranno sicuri ed efficaci esattamente come contro la COVID-19.

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