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I sintomi neurologici da coronavirus sono frequenti e possono comparire prima di febbre e tosse

La COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, colpisce cervello, nervi e midollo spinale molto più frequentemente di quanto ipotizzato in precedenza, dato che i sintomi neurologici si manifestano nel 50 percento dei pazienti. In diversi casi si tratta di gravi complicanze, che possono avere esiti fatali.
A cura di Andrea Centini
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I sintomi neurologici provocati dal coronavirus SARS-CoV-2 sono molto più comuni di quel che si immaginasse all'inizio della pandemia, dato che colpiscono circa la metà dei pazienti, e gli effetti a lungo termine sulla salute sono ancora tutti da valutare. Il patogeno emerso in Cina è in circolazione da circa sei mesi, e gli scienziati, col passare del tempo, stanno raccogliendo informazioni sempre più dettagliate sul modo in cui aggredisce l'organismo umano. L'infezione da esso provocata, chiamata COVID-19, va ben oltre la sintomatologia respiratoria, poiché il SARS-CoV-2 è in grado di colpire diversi organi (come il cuore, i reni, il cervello e l'intestino) e provocare danni più o meno severi. Si ritiene che questa aggressione trasversale sia legata anche all'espressione del recettore ACE2 sulle cellule dei vari tessuti, la “porta d'ingresso” che il coronavirus utilizza per scardinare la parete cellulare (attraverso la famigerata proteina S o Spike) e riversarsi all'interno, dando vita al processo di replicazione e dunque all'infezione.

A determinare la diffusione e la diversità dei sintomi neurologici legati alla COVID-19 sono stati due scienziati americani, il professor Igor J. Koralnik del Dipartimento di Neurologia “Davee” dell'Università Northwestern di Chicago e il collega Kenneth L. Tyler, docente presso il Dipartimento di Neurologia, Medicina e Immunologia-Microbiologia della Scuola di Medicina dell'Università del Colorado (Aurora). I due scienziati hanno compilato un elenco esaustivo delle condizioni neurologiche, analizzando le cartelle cliniche dei pazienti contagiati dal SARS-Cov-2 e ricoverati presso il centro medico dell'ateneo di Chicago. Fra le più comuni figurano mal di testa, riduzione della concentrazione, vertigini, convulsioni e debolezza, ma si registrano anche ictus ischemico ed emorragico, trombosi del seno venoso, encefalopatia, encefalite, encefalomielite acuta disseminata e meningite. Per quanto concerne il sistema nervoso periferico, Koralnik e il collega hanno osservato anche perdita dell'olfatto e del gusto, sindrome di Guillain-Barre e sue varianti e altro ancora.

“È importante che l'opinione pubblica e i medici siano consapevoli di ciò, perché un'infezione da SARS-COV-2 può presentare inizialmente sintomi neurologici, prima che si verifichino febbre, tosse o problemi respiratori”, ha sottolineato l'autore principale dello studio, docente presso la prestigiosa Scuola di Medicina Feinberg dell'ateneo di Chicago. Il virus, spiegano gli studiosi, può colpire l'intero sistema nervoso, cioè cervello, nervi e midollo spinale, sia in modo indiretto che diretto. Ad esempio, a causa delle complicazioni respiratorie e cardiache, l'ossigenazione al cervello può ridursi drasticamente e possono verificarsi problemi di coagulazione del sangue, condizioni in grado di innescare ictus ischemici o emorragici (anche in pazienti giovani). Ma il SARS-CoV-2 può aggredire anche direttamente i tessuti del sistema nervoso, procurando danni potenzialmente invalidanti e fatali.

Poiché i pazienti colpiti dalla forma grave dell'infezione possono finire ricoverati in terapia intensiva, si rischiano ulteriori effetti neurologici e psicologici secondari associati a questo tipo di trattamento. Complicazioni cognitive, delirio, sindrome da post terapia intensiva (post-ICU syndrome o PICS) e altre condizioni sono state tutte osservate nei reparti COVID-19. Solo col tempo si riuscirà a comprendere a fondo la neuropatogenesi associata alla COVID-19, ma è certo che gli effetti neurologici sono molto più diffusi di quanto si immaginasse in precedenza. I dettagli della ricerca "COVID ‐19: a global threat to the nervous system" sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata Annals in Neurology.

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