I probiotici fanno dimagrire e riducono l’ansia: la ricerca italiana. Cosa sono?
I probiotici possono aiutare a perdere peso e a ridurre l'ansia. Lo ha dimostrato un team di ricerca italiano composto da studiosi di tre istituti romani: l'Università di Tor Vergata, la Sapienza e il Policlinico Gemelli. I ricercatori, coordinati dai professori Antonino De Lorenzo e Antonio Gasbarrini, sono giunti a questa promettente conclusione dopo aver condotto un esperimento ad hoc con soggetti sani e pazienti affetti da patologie degenerative.
Ai partecipanti sono stati somministrati integratori contenenti ben 120 miliardi di microorganismi, suddivisi in otto ceppi batterici distinti accuratamente selezionati dai ricercatori. I probiotici, in base alla definizione ufficiale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono “microrganismi vivi che, quando vengono somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite”. Tra i più noti in assoluto vi è il Bacillus clausii, un batterio Gram-Positivo che vive principalmente nel terreno e che è alla base dell'Enterogermina, il farmaco da banco che ripristina l'equilibrio della flora batterica intestinale e contrasta diarrea, gonfiore e dolori addominali.
Obiettivo dei ricercatori italiani era proprio dimostrare l'impatto positivo dei probiotici sul microbiota umano, l'insieme dei microorganismi – dalle 500 alle 10 milioni di specie – che vivono dentro di noi. La flora batterica riequilibrata e ‘potenziata' grazie al mix di batteri somministrato ai partecipanti non solo ha fatto perdere peso a quelli in sovrappeso, ma ha anche ridotto l'ansia. “La terapia con probiotici scelti ad hoc ha portato effetti a chi è colpito da sovrappeso o sindrome metabolica: in assenza di dieta c'è stata una leggera modulazione della composizione corporea, con un calo di peso e una riduzione di tessuto adiposo. Il dato più interessante è stato nei soggetti ansiosi, con una riduzione dello stato d'ansia”, ha sottolineato all'ANSA la professoressa Laura Di Renzo, docente della sezione nutrizione clinica e nutrigenomica dell'Università di Tor Vergata.
Non deve stupire il legame tra flora batterica e salute. Un team di ricercatori dell'Università dell'Alabama di Birmingham (Stati Uniti d'America), ad esempio, ha recentemente dimostrato che il morbo di Parkinson – una patologia neurodegenerativa – può essere influenzato dalla qualità e dalla quantità del microbiota.
Per quanto importanti, i batteri che vivono nel nostro organismo sono ancora molto poco conosciuti, come ha spiegato il professor Antonino De Lorenzo, direttore della Scuola di specializzazione in scienze dell'alimentazione dell'Università Tor Vergata: “Conosciamo solo il 10% degli effetti della flora batterica – ha sottolineato lo specialista -, insieme al professor Antonio Gasbarrini del Policlinico Gemelli abbiamo costituito un network per affrontare questo grande tema della ricerca: dobbiamo infatti conoscerne il restante 90%”. I dettagli della promettente ricerca italiana sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Translational Medicine.
[Credit: silviarita]