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Covid 19

I pazienti con Alzheimer hanno un rischio molto superiore di contagiarsi e morire per COVID

Analizzando le cartelle cliniche di oltre 60 milioni di cittadini americani, un team di ricerca guidato da scienziati dell’Università Case Western Reserve (Cleveland) ha dimostrato che chi soffre di demenza ha un rischio doppio di essere infettato dal coronavirus SARS-CoV-2 e il quadruplo delle probabilità di morire per esso.
A cura di Andrea Centini
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Le persone con morbo di Alzheimer e altre forme di demenza hanno il doppio delle probabilità di contrarre la COVID-19, l'infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2, inoltre presentano un rischio sensibilmente maggiore di sviluppare le complicazioni potenzialmente fatali e di morire a causa della patologia. I pazienti neri con demenza hanno un rischio ancora superiore, un dato che sottolinea ancora una volta come questa specifica popolazione sia particolarmente esposta al patogeno emerso in Cina. Poiché si stima che nel mondo vi siano almeno 50 milioni di pazienti con Alzheimer, la principale forma di demenza, medici e scienziati raccomandano di fare tutto il necessario per tutelare questa fascia ad alto rischio, ad esempio dandole priorità in seno alla campagna vaccinale.

A determinare che i pazienti con demenza hanno un rischio maggiore di infettarsi, sviluppare conseguenze gravi e morire per il coronavirus è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Center for Artificial Intelligence in Drug Discovery dell'Università Case Western Reserve, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della società Tetra Therapeutics di Grand Rapids (Michigan). Gli scienziati, coordinati dal professor Rong Xu, direttore del centro di ricerca e docente di Informatica biomedica presso l'ateneo di Cleveland, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 62 milioni di americani, circa il 20 percento della popolazione statunitense (328 milioni di persone). I dati sono stati raccolti da 360 ospedali e migliaia di altri fornitori. Dall'indagine statistica è emerso che oltre un milione di pazienti soffriva di demenza, in 15.770 avevano una diagnosi di COVID-19 e in poco più di 800 avevano entrambe le condizioni.

Incrociando tutte le informazioni, il professor Xu e il colleghi hanno dimostrato che in generale i pazienti con demenza avevano il doppio delle probabilità di contrarre la COVID-19 rispetto a chi non l'aveva, ma il rischio variava anche in base alla tipologia di demenza sviluppata. Ad esempio, chi soffriva di demenza vascolare aveva un rischio di contagio persino triplo. I pazienti afroamericani con demenza avevano un rischio triplo di infettarsi rispetto a quelli caucasici. Il rischio generale di ricovero per COVID-19 negli adulti americani, durante i primi sei mesi della pandemia, si è attestato al 25,17 percento secondo quanto indicato dagli autori dello studio in un comunicato stampa, mentre per chi soffriva di demenza tale rischio arrivava al 59,26 percento e addirittura al 73,08 percento per gli afroamericani. Il tasso di mortalità generale per i pazienti COVID rilevato da Xu e colleghi era del 5,64 percento, ma saliva fino al 20,99 percento per chi soffriva di demenza e fino al 23,08 percento nel caso degli afroamericani.

“I nostri risultati sottolineano quanto sia importante proteggere le persone con demenza dall'esposizione al SARS-CoV2, poiché sono a più alto rischio di malattie gravi rispetto a quelle senza demenza”, ha dichiarato la coautrice dello studio Pamela Davis. “Questi pazienti possono costituire un'altra categoria vulnerabile. Tuttavia, è necessario più lavoro per comprendere il meccanismo che lo determina”, ha aggiunto la scienziata. Secondo i ricercatori, uno dei motivi per cui i pazienti con demenza possono essere più esposti ai rischi risiederebbe nei danni alla barriera emato-encefalica, che permetterebbe ai virus e ad altri patogeni di accedere più facilmente al cervello. Inoltre, spiegano gli autori della ricerca, chi soffre di demenza può aderire di meno alle misure anti contagio, come il rispetto del distanziamento sociale, l'uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani. “A nome dei milioni di persone che vivono con l'Alzheimer e altre forme di demenza che rappresentiamo, questi risultati preliminari suggeriscono una realtà spaventosa delle vulnerabilità associate alla demenza”, ha dichiarato la professoressa Maria Carrillo, responsabile scientifica dell'Associazione Alzheimer. “È fondamentale sviluppare e implementare strategie che trovino un equilibrio tra mantenere le persone al sicuro da COVID-19 – in particolare gli ospiti delle RSA a lungo termine – ma anche proteggerle dai danni legati alla salute associati all'isolamento sociale”, ha aggiunto l'esperta. Diverse ricerche, del resto, hanno dimostrato che il lockdown può accelerare il declino cognitivo nelle persone che soffrono di demenza o che sono suscettibili alla condizione. I dettagli della ricerca “COVID‐19 and dementia: Analyses of risk, disparity, and outcomes from electronic health records in the US” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association.

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