I koala colpiti da una malattia che li rende sterili: sono sempre più vicini all’estinzione
I koala, gli iconici marsupiali che vivono in Australia, sono fortemente minacciati dalla distruzione dell'habitat naturale a causa della deforestazione e degli incendi. Non a caso si ritiene che possano estinguersi da diverse regioni nel giro di pochi decenni; basti pensare che, in base alle stime del South Australia Veterinary Emergency Management, sulla sola Isola dei Canguri ne sarebbero morti ben 37mila su una popolazione di 46mila, a causa dei catastrofici roghi che hanno colpito l'Australia tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020. In totale ne sarebbero morti 60 mila. Nel Nuovo Galles del Sud, dove vive una cospicua popolazione, gli incendi hanno distrutto il 24 percento dell'habitat dei koala (48mila chilometri quadrati) e le autorità prevedono l'estinzione locale prima del 2050. Ora, ad accelerare la scomparsa di questi animali vi è anche la rapida diffusione di una malattia infettiva sessualmente trasmessa, la clamidia, che sta colpendo duramente le popolazioni dei marsupiali.
Nell'area di Gunnedah, una città rurale del Nuovo Galles del Sud nordoccidentale, una dozzina di anni fa il tasso di diffusione della clamidia era del 10 percento nella popolazione locale. Nel 2015, tuttavia, l'incidenza è balzata al 60 percento e ora è all'85 percento, come specificato alla CNN dal professor Mark Krockenberger, docente di patologia veterinaria all'Università di Sidney. La malattia – che colpisce 100 milioni di esseri umani all'anno – provoca sintomi analoghi anche nei koala, come cisti dolorose, ma se non viene trattata determina cecità, infertilità entro un paio d'anni dall'infezione e anche la morte (uno studio su una popolazione ha rilevato che ne sono morti 300 per le complicazioni dell'infezione). Moltissime femmine di koala sono diventate sterili dopo aver contratto la malattia. “Quella non è più una popolazione vitale a causa dell'infertilità”, ha affermato il professor Krockenberger, riferendosi al caso di Gunnedah. “Praticamente ogni femmina affetta da clamidia diventa sterile entro un anno, forse due anni al massimo. Anche se sopravvivono, non si riproducono”, ha aggiunto lo scienziato.
Dallo studio “Chlamydia pecorum prevalence in South Australian koala (Phascolarctos cinereus) populations: Identification and modelling of a population free from infection” pubblicato su Scientific Reports e condotto sulle popolazioni di Mount Lofty Ranges e dell'Isola dei Canguri, è emerso che circa il 50 percento degli esemplari era positivo al batterio, con un altissimo tasso di infertilità (85,6 percento tra i positivi). Per una specie già dichiarata “funzionalmente estinta” e classificata come vulnerabile (VU) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), siamo praticamente innanzi al colpo di grazia. A maggior ragione se si ritiene che la clamidia rischia di raggiungere altre popolazioni fragili dei marsupiali. A rendere ancor più complicata la situazione il fatto che gli antibiotici utilizzati per curare gli esemplari infetti possono alterare la delicatissima flora batterica intestinale, fondamentale per la digestione delle foglie di eucalipto di cui si nutrono questi animali.
Per correre ai ripari gli scienziati stanno sperimentando un vaccino contro la clamidia, con alcuni test in fase avanzata. L'Università della Sunshine Coast ha recentemente annunciato di aver avviato un trial di fase 3 su un farmaco sperimentale. Il vaccino si è dimostrato sicuro nelle prime due fasi di studio, che hanno coinvolto circa 200 koala tra esemplari selvatici e in cattività; in questa nuova fase ne saranno coinvolti 400, compresi quelli che vivono nei santuari e quelli che vengono portati nelle cliniche per essere curati, ad esempio dopo essere scampati a un incendio. “Corriamo un rischio molto alto di estinzioni localizzate, se questa strategia vaccinale non funziona”, ha dichiarato Krockenberger. Lo stato di conservazione del koala nel 2021 è passato a “in pericolo di estinzione” in diverse aree australiane, dove le popolazioni si sono praticamente dimezzate in due decenni. L'Australian Koala Foundation chiede al governo centrale leggi molto più severe per la tutela di questa magnifica specie, nella speranza che anche il vaccino contro la clamidia faccia la sua parte.