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I koala rischiano l’estinzione dal Nuovo Galles del Sud molto prima del 2050

Secondo un nuovo e corposo rapporto redatto da un comitato di esperti, nel Nuovo Galles del Sud i koala rischiano di estinguersi ben prima del 2050. Gli iconici marsupiali sono fortemente minacciati dalla distruzione del proprio habitat naturale, e gli incendi devastanti del 2019 hanno esacerbato una situazione già grave. La popolazione sarebbe molto inferiore ai 36mila esemplari stimati in precedenza.
A cura di Andrea Centini
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Lo scorso anno la popolazione di koala (Phascolarctos cinereus) è stata duramente colpita dai devastanti incendi che hanno squassato l'Australia, con decine di migliaia di esemplari morti tra le fiamme. Si stima che nella sola Isola dei Canguri, come dichiarato dal veterinario Steven Selwood del South Australia Veterinary Emergency Management, ne siano morti ben 37mila su una popolazione di 46mila. Una vera e propria ecatombe. Moltissimi altri koala sono morti nel Nuovo Galles del Sud, uno degli Stati più colpiti dagli incendi, e ora in base a un nuovo rapporto si stima che i marsupiali si estingueranno localmente “ben prima del 2050”, se il governo non interverrà con misure d'urgenza.

A firmare il documento, che potete consultare e scaricare cliccando sul seguente link, è stato un comitato di esperti che ha condotto un'indagine commissionata dal Parlamento. Una vera e propria missione ufficiale per comprendere lo stato di salute della popolazione degli iconici mammiferi, classificati con codice VU (Vulnerabile) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. A sottolineare che la minaccia per i koala è ben più grave di quanto precedentemente indicato, risiede nei numeri della popolazione. Secondo gli esperti, infatti, la stima di 36mila esemplari rimasti è “obsoleta e inaffidabile”. I koala del Nuovo Galles del Sud sarebbero molti meno, e ciò avvicina la specie più rapidamente alla temuta estinzione locale.

La principale minaccia per questi animali è rappresentata dalla continua, crescente e inarrestabile distruzione dell'habitat naturale, il disboscamento per far posto a coltivazioni, miniere, strade, edifici e altre infrastrutture. Per comprendere l'entità del pericolo, basti pensare che all'inizio dell'anno il taglio di una piantagione di eucalipti (gli alberi che forniscono nutrimento ai koala) in un terreno privato ha provocato la morte di decine di esemplari a Cape Bridgewater, a pochi chilometri dalla città di Portland nello stato di Victoria. L'incidente, che ha sollevato un'ondata di proteste e indignazione in tutto il mondo, è stato solo uno degli ultimi, ma è risultato particolarmente odioso perché i koala erano appena usciti da una delle più terrificanti stagioni di incendi boschivi.

A esacerbare la situazione di quelli che vivono nel Nuovo Galles del Sud, secondo il rapporto, vi è stato proprio l'impatto dei roghi, che ha determinato una perdita del 24 percento dell'habitat naturale, e solo sulle terre pubbliche. In alcune specifiche aree, la distruzione ha superato persino la soglia dell'80 percento, lasciando ai koala sopravvissuti pochissimi metri quadrati a disposizione. “Vista la gravità della perdita a causa degli incendi per molte importanti popolazioni locali, il comitato ritiene che il koala si estinguerà nel Nuovo Galles del Sud ben prima del 2050, pertanto è necessario un intervento urgente del governo per la protezione dell'habitat e combattere tutte le minacce che incombono sulla sua sopravvivenza”, si legge nel rapporto sottoscritto da più partiti.

Dall'indagine condotta dagli esperti, è emerso che tutte le leggi a tutela dell'habitat dei koala avevano falle che, in un modo o nell'altro, permettevano il disboscamento, facendo erodere giorno dopo giorno il territorio a disposizione dei marsupiali. Pertanto il comitato ha redatto oltre 40 raccomandazioni che saranno utili per mettere a punto le nuove leggi in difesa dei marsupiali: si spazia da metodi di monitoraggio più efficaci a finanziamenti per gli enti che si battono per la conservazione della natura, passando per incentivi agli agricoltori che proteggono le foreste invece di distruggerle, fino a divieti di abbattimento più stringenti. Solo in questo modo si riuscirà ad arginare la costante scomparsa di questi animali, letteralmente sterminati dall'uomo. Si stima che prima dell'arrivo dei coloni europei ne vivessero in Australia ben 8 milioni. Furono massacrati per farne pellicce, e ora ne resta circa l'1 percento, minacciato direttamente dall'uomo o indirettamente, attraverso i cambiamenti climatici.

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