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I giovani che consumano cannabis hanno un rischio doppio di infarto, secondo uno studio

Analizzando statisticamente i dati di oltre 33mila americani con età compresa tra 18 e 44 anni, un team di ricerca canadese ha determinato che coloro che avevano fumato recentemente cannabis avevano una probabilità circa doppia di avere un infarto del miocardio. Le probabilità erano superiori per i consumatori abituali. I risultati dello studio, che ha tenuto conto di molteplici fattori, dovranno essere confermati da indagini più approfondite.
A cura di Andrea Centini
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L'impatto sulla salute della cannabis non è ancora pienamente compreso e, sebbene i principi attivi abbiano dimostrato di offrire alcuni benefici in ambito medico, il consumo ricreativo – e in particolar modo quello frequente – è stato associato ad alcune condizioni. Nel 2019, ad esempio, un team di ricerca dell’Istituto di ricerca e istruzione della California del Nord ha trovato una correlazione tra uso prolungato della cannabis e una specifica forma di cancro ai testicoli, il tumore a cellule germinali testicolare (TGCT). Ora un nuovo studio ha determinato che i giovani adulti – con età inferiore ai 45 anni – che consumano cannabis hanno una probabilità circa doppia di avere un infarto del miocardio. Dall'indagine è emerso che tale rischio risulta più significativo in chi ne fa un uso abituale.

A determinare che il consumo di cannabis può raddoppiare il rischio di infarto del miocardio in chi ha meno di 45 anni è stato un team di ricerca canadese guidato da scienziati dell'Ospedale di St. Michael di Toronto, che hanno collaborato con i colleghi dell'Istituto di scienze mediche e del Dipartimento di Anestesia del Toronto General Hospital, dell'Università Health Network e del Dipartimento di Fisiologia dell'Università di Toronto. I ricercatori, coordinati dal dottor Karim S. Ladha, scienziato clinico presso lo Unity Health Toronto, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di osservazione sui dati di oltre 33mila cittadini americani (con età compresa tra i 18 e i 44 anni), tutti relativi alle coorti 2017 e 2018 dell'indagine “American Behavioral Risk Factor Surveillance System” dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Dei 33.173 giovani coinvolti nella ricerca, in 4.610 hanno riferito un uso recente di cannabis (pari al 17,5 percento).

Dall'analisi statistica è emerso che chi aveva consumato recentemente cannabis aveva un rischio quasi doppio di avere avuto un infarto del miocardio, ovvero 61 su 4.610 (1,3 percento) tra i consumatori contro 240 su 28.563 (0,8 percento) tra i non consumatori. Una storia di infarto del miocardio era più probabile tra coloro che consumavano cannabis per più di quattro volte al mese e usava il fumo come metodo di consumo primario. I ricercatori hanno utilizzato un modello di regressione logistica ponderata per “aggiustare” fattori in grado di influenzare il risultato, come quelli demografici e socioeconomici, oltre che lo stile di vita, l'uso concomitante di altre sostanze e presenza di comorbilità (altre patologie). In altri termini, anche se i consumatori di cannabis avevano maggiori probabilità di essere uomini, di avere il vizio del fumo e di essere forti bevitori – tutti fattori di rischio notoriamente associati all'infarto -, in questa indagine ne è stato tenuto pienamente conto.

“Con la recente legalizzazione e depenalizzazione, l'uso di cannabis è in aumento nei giovani adulti in Nord America e non conosciamo appieno i suoi effetti sulla salute cardiovascolare”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Ladha. “Abbiamo trovato un'associazione tra l'uso recente di cannabis e l'infarto del miocardio, che persisteva attraverso una serie di solide analisi di sensibilità. Inoltre, questa associazione era coerente tra le diverse forme di consumo di cannabis, tra cui il fumo, la vaporizzazione e altri metodi come gli edibili. Ciò suggerisce che nessun metodo di consumo è più sicuro di un altro in questo senso”, ha aggiunto lo scienziato. “Non solo i giovani adulti, ma anche i medici devono essere consapevoli di questa relazione potenzialmente importante. L'uso di cannabis dovrebbe essere considerato nella valutazione del rischio cardiovascolare. Quando si prendono decisioni sul consumo di cannabis, i pazienti e i medici dovrebbero considerare i benefici e i rischi associati, nel contesto dei propri fattori e comportamenti di rischio per la salute”, gli ha fatto eco il coautore dello studio David Mazer.

Gli scienziati sottolineano che saranno necessarie ulteriori e più approfondite indagini per confermare i risultati dello studio di osservazione, che non determina rapporti di causa-effetto. I dettagli della ricerca “Recent cannabis use and myocardial infarction in young adults: a cross-sectional study” sono stati pubblicati sulla rivista Canadian Medical Association Journal (CMAJ).

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