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I ghiacciai della Nuova Zelanda si sono tinti di rosso: com’è possibile

Sorvolando con un elicottero il Parco Nazionale Monte Aspiring, sull’Isola del Sud in Nuova Zelanda, la giovane avventuriera Liz Carlson ha fotografato i ghiacciai della montagna, incredibilmente colorati di rosso. A tingerli sarebbero state la fuliggine e le polveri degli incendi australiani, trasportate fin lì dai venti.
A cura di Andrea Centini
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Ghiacciaio in Nuova Zelanda. Liz Carlson/Young Adventuress
Ghiacciaio in Nuova Zelanda. Liz Carlson/Young Adventuress

I ghiacciai sull'Isola del Sud, la più grande della Nuova Zelanda, si sono incredibilmente tinti di rosso ruggine, come dimostrano le immagini scattate da un elicottero dalla ventiseienne Liz Carlson. Nelle fotografie, pubblicate dalla giovane nel suo blog “Young Adventuress”, sono state immortalate le distese di ghiaccio del Parco Nazionale Monte Aspiring, una spettacolare area protetta incastonata nelle Alpi meridionali, a est del grande lago Wanaka.

Credit: Liz Carlson/Young Adventuress
Credit: Liz Carlson/Young Adventuress

Ma perché i ghiacciai e la neve del Monte Aspiring si sono tinti di rosso? I principali indiziati, come indicato al quotidiano neozelandese Stuff dal dottor Chris Brandolino, scienziato a capo del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA), sono due. Da una parte ci sono i vastissimi incendi che stanno colpendo duramente l'Australia da settimane, come quelli che hanno fatto strage di koala tra il Queensland e il Nuovo Galles del Sud; dall'altra il terriccio rosso tipico della “terra dei canguri”, giunto fin nella Nuova Zelanda – dopo aver attraversato il Mar di Tasmania – grazie a condizioni atmosferiche favorevoli. Ovviamente è contemplato anche un mix di possibilità, anche se gli incendi sono stati talmente vasti e distruttivi che un loro ruolo in questo particolare fenomeno sembra praticamente scontato.

Credit: Liz Carlson/Young Adventuress
Credit: Liz Carlson/Young Adventuress

Dunque ad aver tinto di rosso ruggine i ghiacciai incontaminati sarebbero stati polveri, fumi e fuliggine trasportati dal vento. Per lo scienziato si tratta di un segnale significativo, che mette in mostra quanta strada possono fare le sostanze tossiche ed inquinanti trasportate dagli agenti atmosferici, raggiungendo anche i luoghi più incontaminati del pianeta. Non è un caso che nei carotaggi condotti ai poli si rilevino ancora elementi radioattivi legati ai test nucleari condotti negli anni '50 e '60 del secolo scorso, e persino i residui della lavorazione del piombo nei cantieri degli Antichi Romani, considerati i primi “grandi inquinatori”, benché ovviamente il loro impatto è stato insignificante rispetto a quello della Rivoluzione Industriale. Sullo sfondo ci sono sempre i cambiamenti climatici; benché infatti non siano i responsabili diretti degli incendi, le temperature più elevate e i venti caldi rendono i roghi sempre più vasti e pericolosi. Altre foto dei ghiacciai del Parco Nazionale Monte Aspiring possono essere viste sul blog della giovane avventuriera amante dei viaggi.

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