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I bambini che bevono bevande zuccherate hanno un rendimento scolastico più basso

I bambini che consumano bevande zuccherate possono ottenere risultati peggiori nei test di matematica e avere un comportamento più irrequieto. Lo ha rilevato un nuovo studio condotto da due scienziati della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Lovanio (Belgio), che ha coinvolto 462 piccoli. Gli effetti negativi sono stati evidenziati solo nei maschietti.
A cura di Andrea Centini
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Le bevande zuccherate possono peggiorare il rendimento scolastico dei bambini e influenzarne negativamente il comportamento, rendendoli irrequieti. È quanto emerso da un nuovo studio che ha voluto indagare sull'associazione tra consumo delle bibite – già finite più volte nel mirino degli scienziati – e gli effetti comportamentali a breve termine, oltre che sulla capacità dei piccoli di risolvere test matematici. Curiosamente le conseguenze negative legate all'assunzione delle bevande sono state osservate soltanto nei maschi e non nelle femmine. Nonostante si tratti di un risultato significativo, saranno necessarie ulteriori indagini per confermare quanto emerso dalla ricerca.

A condurre lo studio sono stati i due scienziati Fritz Schiltz e Kristof De Witte, entrambi della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Lovanio, in Belgio (il secondo lavora anche presso l'UNU-Merit dell'Università di Maastricht, nei Paesi Bassi). Per giungere alle loro conclusioni i due esperti hanno condotto un apposito esperimento coinvolgendo 462 bambini in età prescolare (4 anni), suddivisi casualmente in due gruppi: il primo ha ricevuto una bevanda contenente 35 grammi di zucchero, il secondo un'altra bevanda trattata con un dolcificante artificiale, proprio per verificare eventuali differenze.

Analizzando il comportamento dei piccoli, il professor Schiltz e il collega hanno osservato che la bevanda ha dapprima innescato una certa tranquillità nei maschi, come avesse un effetto rilassante, ma successivamente li ha resi più irrequieti. Nelle femmine, d'altro canto, non è stato evidenziato un simile effetto comportamentale. Ciò significa che i due sessi potrebbero rispondere in modo differente all'assunzione del glucosio. Il risultato più significativo, tuttavia, è stato quello relativo ai semplici test di matematica sottoposti ai bambini, sia prima che dopo l'assunzione del "soft drink" zuccherato. Curiosamente, come indicato, l'assunzione dello zucchero ha peggiorato i risultati dei maschietti, mentre quelli delle bambine sono migliorati.

“Il nostro studio è il primo a fornire prove sperimentali su larga scala sull'impatto delle bevande zuccherate nei bambini in età prescolare. I risultati indicano chiaramente un impatto causale delle bevande zuccherate sul comportamento dei bambini e sui punteggi dei test”, ha dichiarato il professor Schiltz in un comunicato stampa. Gli autori dello studio sono preoccupati dal fatto che le bevande zuccherate sono molto popolari tra giovani e giovanissimi; spesso sono vendute nei distributori automatici direttamente nelle scuole. Inoltre, poiché il consumo di queste bevande è più diffuso tra i ragazzi delle famiglie economicamente e socialmente svantaggiate, ciò potrebbe spiegare come mai i bambini più sfortunati hanno a volte un rendimento scolastico inferiore.

Al di là di eventuali effetti sul comportamento e le capacità matematiche dei piccoli, che dovranno essere confermati da indagini più approfondite, le bibite zuccherate sono più volte finite sul banco degli imputati assieme al cosiddetto “cibo spazzatura” per i rischi legati a obesità, dipendenza e severe patologie nell'età adulta. Ad esempio la ricerca “Sugary drink consumption and risk of cancer: results from NutriNet-Santé prospective cohort” pubblicata sul British Medical Journal ha rilevato che è sufficiente bere un paio di lattine a settimana per aumentare il rischio di cancro del 18 percento. Lo studio “Frequent Sugar-Sweetened Beverage Consumption and the Onset of Cardiometabolic Diseases: Cause for Concern?” ha invece evidenziato che due lattine a settimana aumentano il rischio di diabete di tipo 2, sindrome metabolica e altre condizioni associate a patologie cardiovascolari come ictus e infarto. Ne basterebbe soltanto una a settimana per scatenare l'aumento della pressione arteriosa. I dettagli della nuova ricerca belga “Sugar rush or sugar crash? Experimental evidence on the impact of sugary drinks in the classroom” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Health Economics.

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