4.079 CONDIVISIONI
Covid 19

Gli studenti costretti a trasferirsi per la pandemia travolti da depressione, dolore e solitudine

Sottoponendo questionari a centinaia di studenti universitari, un team di ricerca americano guidato da scienziati del Brigham and Women’s Hospital di Boston ha determinato che quelli costretti a lasciare i campus a causa della pandemia hanno sperimentato livelli sensibilmente superiori di sintomi depressivi, ansia, sofferenza, solitudine e disturbo da stress post-traumatico.
A cura di Andrea Centini
4.079 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Tra gli studenti universitari costretti a trasferirsi dai campus a causa della pandemia di COVID-19 si è verificata una significativa impennata di casi di depressione, ansia, sofferenza e disturbo da stress post-traumatico, con una frequenza sensibilmente superiore rispetto a coloro che non hanno dovuto lasciare la propria abitazione. Gli studenti sono una fascia della popolazione notoriamente esposta al rischio di problemi di salute mentale, inoltre un trasferimento rappresenta una notevole fonte di stress per chiunque; i due fattori, combinati nel contesto di una pandemia mortale, hanno deteriorato in modo significativo il benessere psicologico dei ragazzi, anche a causa della necessità di trasferirsi rapidamente e della comunicazione poco chiara da parte degli atenei sulle tempistiche del rientro.

A determinare l'impatto negativo della pandemia di COVID-19 sugli studenti è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati del Brigham and Women's Hospital di Boston, Massachusetts, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Medicina della prestigiosa Università di Harvard, della School of Social Work dell'Università di Boston e dell'Ospedale McLean. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Cindy H. Liu dei dipartimenti di Medicina Neonatale Pediatrica e Psichiatria del nosocomio di Boston, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le risposte di circa 800 studenti universitari e laureati, intervistati tra il 9 aprile e il 4 agosto 2020, dopo la prima, catastrofica ondata di contagi. Molti di loro sono stati costretti ad abbandonare il campus in fretta e furia per le misure anti contagio, trovandosi in seria difficoltà: hanno sperimentato più solitudine, sintomi depressivi, stress e ansia degli altri.

A oltre un terzo di essi è stato richiesto di lasciare l'alloggio universitario e circa l'80 percento ha dovuto completare il trasferimento in una sola settimana. Di quelli trasferiti, circa la metà ha affermato di aver lasciato nella propria stanza oggetti personali di valore. “Questi studenti avevano maggiori probabilità di segnalare preoccupazione, sofferenza e sintomi depressivi correlati alla COVID-19, ansia generalizzata e sintomi da disturbo da stress post-traumatico (PTSD)”, hanno scritto gli autori dello studio in un comunicato stampa. Gli scienziati hanno sottolineato che anche prima della pandemia gli studenti facevano registrare alti tassi di problemi legati alla salute mentale, ma la diffusione del virus e tutti gli stravolgimenti che ha comportato ha ovviamente avuto un impatto dirompente. La professoressa Liu e colleghi hanno notato che i ragazzi con una resilienza psicologica più marcata avevano una tolleranza maggiore verso i sintomi depressivi, l'ansia e il disagio emotivo legati alla pandemia.

Come indicato, per i ragazzi più fragili hanno giocato un ruolo critico la necessità di trasferirsi, il dover abbandonare i propri oggetti personali, gli affetti e non aver indicazioni chiare da parte delle università. “Molti studenti sono stati frustrati dalle linee guida poco chiare dei loro college riguardo alle date di ritorno. Alcuni sono stati portati a credere di poter tornare al campus entro un mese; quindi, alcuni studenti hanno lasciato i loro effetti personali nei propri dormitori. Non tutti gli studenti sono stati in grado di tornare a ritirare le proprie cose a causa della lunga distanza o del tempo limitato”, ha dichiarato il professor Hyeouk ‘Chris' Hahm, presidente e professore presso il Dipartimento di ricerca sociale della School of Social Work dell'Università di Boston. Gli studenti, come la popolazione generale, hanno inoltre manifestato la preoccupazione di non poter accedere a determinate risorse, così come di contrarre il virus e soprattutto di trasmetterlo ai propri cari, magari debilitati o anziani.

Il recente studio “The impact of the coronavirus disease 2019 (COVID-19) pandemic on university students’ dietary intake, physical activity, and sedentary behaviour” coordinato da scienziati del College di Farmacia e Nutrizione dell'Università del Saskatchewan (Usask), ha dimostrato che tra gli studenti sono aumentati sedentarietà, scarsa attività fisica, dieta malsana e il consumo di alcolici, tutti fattori che mettono a rischio la loro salute. I dettagli della nuova ricerca “College student mental health risks during the COVID-19 pandemic: Implications of campus relocation” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Psychiatric Research.

4.079 CONDIVISIONI
32800 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views