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Covid 19

Gli animali come un “salvavita” durante la pandemia: il loro amore ci sta proteggendo

Un team di ricerca dell’Università dell’Australia Meridionale ha dimostrato che i nostri amici animali ci stanno proteggendo dall’erosione della salute mentale provocata dalla pandemia, e in particolar modo dalle distanze, dall’isolamento e dalla mancanza di contatto umano necessari per spezzare la catena dei contagi.
A cura di Andrea Centini
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Tra le cose più preziose che abbiamo perduto durante la pandemia di COVID-19 vi è sicuramente il contatto umano. Chi più, chi meno. Per una specie sociale come la nostra, il contatto fisico e la vicinanza con gli altri sono infatti fondamentali per il benessere, fisico e soprattutto mentale. Non è un caso che per via delle restrizioni introdotte, come il famigerato lockdown della scorsa primavera, sia stata innescata una vera e propria “erosione della salute mentale”, come sottolineato dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus. Alla paura del contagio, alle difficoltà economiche, alla perdita dei propri cari e a quella del lavoro, si sono aggiunte le distanze. Siamo stati allontanati, divisi, isolati. Una soluzione dolorosa ma indispensabile, dato che proprio il contatto umano rischia di farci del male, a causa di una malattia subdola che ha già spezzato 1,5 milioni di vite in tutto il mondo, quasi 60mila delle quali soltanto in Italia. Ma in questo periodo così triste e funesto, in molti sono riusciti ad affrontare meglio i momenti più bui, grazie alla compagnia degli animali. Come dimostrato in un nuovo studio, i nostri amici sono stati dei veri e propri “salvavita”, regalandoci l'affetto e il contatto che le persone completamente sole hanno perso del tutto.

A descrivere il ruolo cruciale che hanno avuto (e che stanno avendo) gli animali domestici durante la pandemia è stato un team di ricerca dell'Università dell'Australia Meridionale di Adelaide, guidato dalla dottoressa Janette Young del Dipartimento di Allied Health and Human Performance. Gli scienziati sono giunti alle loro conclusioni dopo aver intervistato alcune decine di persone, il 90 percento delle quali ha affermato che accarezzare i propri animali ha regalato comfort, relax e benessere emotivo, tutte cose che ci sono state strappate in modo repentino a causa del coronavirus. “Gli animali domestici sembrano essere particolarmente importanti quando le persone sono socialmente isolate o emarginate, fornendo conforto, compagnia e migliorando anche l'autostima”, ha dichiarato la dottoressa Young in un comunicato stampa dell'ateneo australiano. Benché si possa immaginare che tali benefici siano arrivati solo da cani e gatti non è stato così; anche uccelli, pecore, cavalli, tartarughe e altri animali hanno offerto conforto ai propri compagni umani. E l'effetto positivo del contatto è reciproco, dato che anche gli animali stanno meglio quando sono amati. “Il feedback che abbiamo ricevuto è stato che gli animali domestici sembrano trarre altrettanto benessere dall'interazione tattile quanto gli esseri umani”, ha affermato la dottoressa Young. “Gli esseri umani hanno un innato bisogno di connettersi con gli altri, ma in assenza di contatto umano, gli animali domestici stanno aiutando a riempire questo vuoto”, ha aggiunto la scienziata.

Gli autori dello studio hanno affermato che c'è stato un vero e proprio boom di richieste di animali da adottare nei rifugi, con liste d'attesa quadruplicate e interi centri “svuotati”. Come effetto collaterale è cresciuta alle stelle anche la richiesta per il “pet food”, arrivato a un mercato di 260 miliardi di dollari annui (su scala globale) e destinato ad aumentare. Ma gli animali naturalmente non sono “oggetti” per consolarci, sono esseri viventi con le proprie necessità che vanno rispettate, valorizzate, tutelate e amate. Quante di queste persone abbandoneranno il proprio animale domestico al termine della pandemia perché non più “utile” al suo scopo? L'adozione deve essere sempre un gesto responsabile e ponderato, non d'impulso, e soprattutto per tutta la vita.

Young e colleghi affermano che il benessere offerto dagli animali, in particolar modo per le persone sole, non può essere trascurato e deve essere considerato anche dal punto di vista politico, vista la capacità che hanno di aiutare a mitigare parte dello stress fisico e mentale che le persone stanno vivendo durante questo periodo. Il supporto degli animali risulterebbe particolarmente prezioso per gli anziani, spiega la ricercatrice, e dunque andrebbe perseguito anche in termini assistenziali. In precedenza una ricerca condotta da scienziati dell'Università di York e pubblicata sull'autorevole rivista scientifica PloS ONE era giunta a conclusioni analoghe a quelle del nuovo studio, affermando che chi è stato in contatto con animali durante il lockdown aveva un vero e proprio “scudo” contro il deteriorarsi della salute mentale. Anche gli animali selvatici come gli uccelli, gli scoiattoli e le altre creature che transitano in giardino sono stati di grandissimo aiuto, non solo quelli domestici. I dettagli della nuova ricerca australiana “Pets, touch, and COVID-19: health benefits from non-human touch through times of stress” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Behavioral Economics for Policy.

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