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Gigantesco asteroide di 1,4 chilometri in avvicinamento alla Terra, ma non c’è alcun pericolo

Il colossale asteroide “2016AJ193” classificato dalla NASA come potenzialmente pericoloso si sta avvicinando alla Terra. Sabato 21 agosto compirà il suo passaggio ravvicinato a una distanza di 3,4 milioni di chilometri, che non comporta alcun rischio di impatto. L’oggetto è stato scoperto solo 5 anni fa. Col suo diametro di 1,4 chilometri è più grande del 99% degli asteroidi che sfrecciano attorno alla Terra.
A cura di Andrea Centini
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Un gigantesco asteroide classificato come potenzialmente pericoloso dalla NASA si sta rapidamente avvicinando alla Terra. Si tratta del “sasso spaziale” di classe Apollo chiamato 2016AJ193, che compirà il suo passaggio ravvicinato sabato 21 agosto, alle ore 15:10 (TBD). Fortunatamente non c'è alcun rischio di impatto col nostro pianeta, poiché secondo i calcoli degli scienziati transiterà a 3,4 milioni di chilometri dalla superficie terrestre: è  circa nove volte la distanza media che ci separa dalla Luna, che orbita mediamente a 384mila chilometri. Sebbene si tratta di una distanza assolutamente sicura, è un sorvolo piuttosto vicino per un colosso del genere.

Secondo le misurazioni del telescopio spaziale della NASA NEOWISE e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), 2016AJ193 ha un diametro stimato compreso tra 1,3 e 1,4 chilometri. Ciò significa che è più grande del 99 percento degli oggetti che normalmente “sfrecciano” attorno al nostro pianeta. È classificato come potenzialmente pericoloso poiché, in base ai criteri internazionali, ha un diametro uguale o superiore a 150 metri e inoltre presenta una distanzia minima all'intersezione dell'orbita (MOID) con la Terra minore di 0,05 Unità Astronomiche, pari a 7,5 milioni di chilometri. Una Unità Astronomica (UA) equivale alla distanza che separa il nostro pianeta dal Sole, ovvero circa 152 milioni di chilometri.

Se un oggetto di queste dimensioni dovesse colpire la Terra provocherebbe danni catastrofici a livello regionale o persino nazionale. Basti pensare che chicxulub, l'asteroide che provocò l'estinzione dei dinosauri non aviani 66 milioni di anni fa alla fine del Cretaceo, aveva un diametro stimato di una decina di chilometri. Furono sufficienti per creare mostruose onde di tsunami alte 1,5 chilometri e devastazioni fino alla parte opposta del globo (colpì nei pressi dell'attuale golfo del Messico). Soprattutto, sollevò nubi di polveri e detriti che oscurarono il Sole per anni, condannando alla morte un numero enorme di piante e animali sopravvissuti al catastrofico impatto.

2016AJ193 è stato scoperto soltanto nel 2016 dal Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System (Pan-STARRS), un sofisticato sistema installato all'Haleakala Observatory (Hawaii) specializzato proprio nella caccia dei NEO, ovvero gli oggetti vicini alla Terra (Near Earth Objects). L'asteroide compie un orbita completa attorno al Sole circa ogni 6 anni. Si avvicinerà al nostro pianeta anche nel 2063, nel 2069, nel 2074 e nel 2080, ma nessuno di questi approcci sarà paragonabile a quello di domani, che risulterà particolarmente vicino – benché sicuro, lo ribadiamo – per un colosso di questa portata. Dalle analisi l'asteroide risulta particolarmente scuro, tuttavia secondo gli esperti sarà possibile osservarlo nella costellazione della Lepre anche con un telescopio amatoriale con una ventina di centimetri di diametro. Per gli scienziati sarà una imperdibile occasione di studio.

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