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Francesca Faedi, astrofisica ‘cacciatrice’ di pianeti, torna in Italia e trova la precarietà

La dottoressa Faedi ha recentemente scoperto assieme ad alcuni colleghi un affascinante esopianeta simile a Mercurio. Rientrata in Italia dopo oltre un decennio trascorso all’estero, dove ha conquistato due master in astrofisica, ora è precaria all’Osservatorio di Catania.
A cura di Andrea Centini
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Astrofisica esperta nella ‘caccia' ai pianeti extrasolari, mamma di due bambini piccoli e precaria. In estrema sintesi è questa la condizione in cui si trova la brillante dottoressa Francesca Faedi dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che assieme al collega Aldo Bonomo dell'Osservatorio di Torino e ad altri scienziati di un nutrito team internazionale, recentemente si è resa protagonista della scoperta di K2-229b, un esopianeta con dimensioni simili a quelle della Terra ma con caratteristiche più affini a quelle di Mercurio.

La ricercatrice, quaranta anni, dopo la maturità scientifica in un liceo di Pesaro e una laurea in Fisica all'Università Tor Vergata di Roma si è trasferita all'estero per diversi anni. Durante il suo peregrinare ha conquistato due prestigiosi master in astrofisica e ha lavorato come borsista presso istituti del Regno Unito. Nel 2017 l'occasione per rientrare nel nostro Paese, all'Osservatorio di Catania, dal quale ha dato il suo contributo per scoprire il criptico K2-229b, analizzando i dati dell'Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) di La Silla (Cile) e del Telescopio Spaziale Kepler. Ma il contratto da assegnista ottenuto in Sicilia ha una durata limitata. Così la ‘cacciatrice di pianeti' si trova in bilico, precaria, come tanti altri scienziati italiani, privata della stabilità che una figura col suo talento meriterebbe.

Nel futuro della Faedi, madre di due bimbi di 3 anni e 2 mesi, Joshua e Zac, dopo anni di sacrifici sui libri e nei centri di ricerca potrebbe prospettarsi persino l'abbandono della carriera da scienziata. Se infatti in Italia il precariato continua ad essere il principale volano per i cosiddetti “cervelli in fuga” – come la dottoressa Loredana Puca, che grazie al suo lavoro sul cancro condotto a New York ha vinto uno dei premi più prestigiosi nell’ambito dell’oncologia -, l'Inghilterra dove la Faedi ha lavorato tanti anni potrebbe non essere più una meta privilegiata, alla luce delle conseguenze della Brexit. La speranza è che il prossimo governo, ancora ben lungi dall'essere definito, possa dare una risposta chiara, concreta e definitiva a tutti i lavoratori del settore della ricerca (e non solo) che sono vittime del precariato.

[Credit: Foto profilo Facebook]

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