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Loredana Puca, ricercatrice italiana, ‘fugge’ all’estero, sfida il cancro e vince un premio

Grazie al suo lavoro sul cancro condotto a New York, la ricercatrice Loredana Puca originaria del napoletano ha vinto uno dei premi più prestigiosi nell’ambito dell’oncologia.
A cura di Andrea Centini
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Quando si parla di “cervelli in fuga” dall'Italia la figura del ricercatore in ambito biomedico è spesso la prima che viene in mente, e la trentaduenne Loredana Puca di Sant'Antimo, in provincia di Napoli, ne incarna alla perfezione tutte le virtuose doti, a volte poco valorizzate nei confini nazionali. Laureata con lode e menzione alla Triennale in Biotecnologie per la Salute e alla Magistrale in Biotecnologie presso l'Università Federico II del capoluogo partenopeo, già durante la seconda fase del suo percorso di studi ha iniziato a inviare curricula a diversi atenei in Europa, scegliendo Parigi come destinazione per Erasmus e dottorato. Del resto, aveva già intuito le difficoltà che avrebbe incontrato nel Belpaese, come ha sottolineato ad ADNKronos: "Avevo già capito che alcune dinamiche mi stavano strette: tanti miei colleghi lavorano praticamente gratis e non volevo finire come loro".

Dopo aver trascorso quattro anni in Francia si è trasferita negli Stati Uniti, alla prestigiosa Cornell University di New York, dove grazie ai fondi messi a disposizione per la ricerca e alle sue capacità ha ottenuto risultati straordinari nella lotta contro il cancro. La dottoressa Puca, con la qualifica di Post Doctoral Fellow, testa infatti farmaci altamente mirati in grado di riconoscere le cellule cancerose da quelle sane e ucciderle, grazie all'azione sulle proteine bersaglio site sulla superficie. Il suo lavoro condotto sul tumore neuroendocrino della prostata gli è valso un prestigioso premio, il Merit Award 2017 della Conquer Cancer Foundation, onorificenza assegnatagli lo scorso giugno a Chicago (durante il congresso ASCO) che la proietta tra i giovani migliori ricercatori in oncologia al mondo.

Pur avendo una carriera di grande successo all'estero, la brillante trentaduenne si sente particolarmente legata alla propria terra d'origine. Col suo lavoro contribuisce anche a pagare l'affitto alla mamma rimasta vedova, un gesto d'amore spontaneo che molti ricercatori rimasti in Italia, pur volendo, non riuscirebbero a fare.

[Credit Twitter]

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