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Covid 19

Farmaco orale Molnupiravir blocca contagio da coronavirus in sole 24 ore nei furetti

Attraverso alcuni esperimenti condotti con i furetti, animali nei quali il coronavirus SARS-CoV-2 si replica e produce la malattia in modo non dissimile dall’uomo, un team di ricerca dell’Università Statale della Georgia ha dimostrato che un antivirale sperimentale – chiamato Molnupiravir – è in grado di bloccare la trasmissione del patogeno in sole 24 ore. È un farmaco orale che potrebbe rivoluzionare la lotta alla pandemia assieme al vaccino.
A cura di Andrea Centini
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Un farmaco antivirale sperimentale progettato in origine per combattere i virus dell'influenza è in grado di bloccare la trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 tra furetti. Tra gli aspetti più rilevanti vi è il fatto che ci riesce in sole 24 ore. Si tratta di un risultato estremamente significativo, che se dovesse essere replicato nell'uomo renderebbe il medicinale – chiamato Molnupiravir o MK-4482 / EIDD-2801 – un vero e proprio “game changer” nella lotta alla pandemia di COVID-19, l'infezione provocata dal patogeno emerso in Cina. Con un antivirale di questo di tipo, infatti, innanzitutto si potrebbe arrestare la progressione della malattia, senza farla sfociare nella forma grave e potenzialmente letale; in secondo luogo si accorcerebbe in modo significativo l'intervallo di tempo in cui si risulta infettivi, favorendo così una rapido ritorno in comunità con benefici sociali, psicologici ed economici non indifferenti; infine, permetterebbe di spegnere sul nascere eventuali focolai, contenendo l'epidemia locale e favorendo al contempo l'azione di un vaccino, la cui distribuzione è ormai imminente.

A dimostrare che il Molnupiravir è in grado di bloccare il contagio da coronavirus nei furetti in un solo giorno è stato un team di ricerca americano dell'Università Statale della Georgia, guidato dal professor Richard Plemper dell'Istituto per le Scienze Biomediche. Lo scienziato, assieme ai colleghi Robert M. Cox e Josef D. Wolf, ha scelto di testare l'antivirale sui furetti perché questi animali sviluppano la COVID-19 in un modo non dissimile dall'essere umano, in particolar modo dei giovani adulti. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, i furetti presentano una sintomatologia lieve dopo essere stati contagiati. In precedenza uno studio guidato da scienziati dell'Accademia Cinese delle Scienze Agricole aveva dimostrato che in questi animali il coronavirus SARS-CoV-2 si replica benissimo, così come avviene in altri mustelidi. Non è un caso che negli allevamenti di visoni (altri mustelidi) il coronavirus si sia diffuso in modo drammatico, portato dai lavoratori positivi. I furetti, dunque, rappresentano un modello perfetto per gli scienziati, e sono ottimisti sul fatto che i benefici del Molnupiravir possano essere riprodotti anche sull'uomo. Va comunque sottolineato che i furetti non sono ovviamente esseri umani, così come non lo sono i topi e altre cavie da laboratorio, pertanto i risultati di questi studi vanno sempre presi con le pinze.

Ma cosa hanno scoperto esattamente Plemper e colleghi? I ricercatori hanno trattato alcuni furetti positivi al coronavirus SARS-CoV-2 con due dosi di Molnupiravir e li hanno messi in una gabbia con altri esemplari negativi, replicando la procedura con un altro gruppo di furetti, ma stavolta trattati con un placebo e non col farmaco. Ebbene, mettendo a confronto i risultati dei due test, è emerso che nessuno dei furetti negativi è stato infettato dagli esemplari trattati col Molnupiravir, mentre quelli del gruppo placebo sono stati infettati tutti quanti. Il farmaco, che in realtà è un profarmaco (diventa “attivo” una volta ingerito), tecnicamente è un inibitore di ribonucleoside analogo, che colpisce i virus a RNA come il coronavirus. Una delle sue caratteristiche migliori risiede nel fatto che si tratta di un medicinale che si prende per via orale, dunque è molto più “pratico” e rapido di altri antivirali che richiedono la somministrazione endovenosa, come ad esempio il Remdesivir.

“Abbiamo notato subito che MK-4482 / EIDD-2801 ha un'attività ad ampio spettro contro i virus a RNA respiratori, e che il trattamento orale negli animali infetti con il farmaco riduce la quantità di particelle virali diffuse di diversi ordini di grandezza, abbattendo drasticamente la trasmissione”, ha dichiarato il professor Plemper in un comunicato stampa. “Queste proprietà hanno reso MK-4482 / EIDD-2801 un potente candidato per il controllo farmacologico della COVID-19”, ha aggiunto lo studioso. Il Molnupiravir è già entrato nella sperimentazione clinica (cioè viene testato sull'uomo) da alcuni mesi, e da ottobre è stato avviato uno studio clinico di Fase 2 e 3 da parte del colosso farmaceutico Merck, che vede coinvolti pazienti ospedalizzati. È ancora troppo presto per essere certi dell'efficacia dell'antivirale, tuttavia le premesse sono decisamente positive e non resta che attendere il prosieguo della sperimentazione. I dettagli della ricerca “Therapeutically administered ribonucleoside analogue MK-4482/EIDD-2801 blocks SARS-CoV-2 transmission in ferrets” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Microbiology.

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