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Covid 19

Farmaco antivirale abbatte la replicazione del coronavirus fino a 100mila volte in laboratorio

Un team di ricerca americano guidato da scienziati dell’Università della Carolina del Nord di Chapel Hill ha dimostrato che il farmaco antivirale Molnupiravir (EIDD-2801) abbatte in modo significativo la replicazione virale del coronavirus SARS-CoV-2 se somministrato sia prima che dopo l’esposizione al patogeno. Gli esperimenti sono stati condotti su topi e i risultati dovranno essere confermati sull’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Un farmaco antivirale sperimentale creato originariamente per contrastare i virus dell'influenza non solo è in grado di abbattere la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2, ma può anche prevenire efficacemente l'infezione. Si tratta del Molnupiravir – conosciuto anche come MK-4482 / EIDD-2801 – che ha ottenuto risultati estremamente significativi in test di laboratorio. Nello specifico, è stato sperimentato su modelli murini (topi) geneticamente modificati per presentare cellule polmonari umane. Il farmaco è già entrato nella sperimentazione clinica di Fase 2/3 e se saranno confermati sull'uomo i risultati osservati in laboratorio, potrà rappresentare un'arma estremamente preziosa nel combattere la pandemia di COVID-19.

A dimostrare l'efficacia anti COVID del Molnupiravir/EIDD-2801 è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati dell'International Center for the Advancement of Translational Science dell'Università della Carolina del Nord di Chapel Hill, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Emory Institute of Drug Development (EIDD) dell'Università Emory di Atlanta e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor J. Victor Garcia, docente presso il Dipartimento di Medicina dell'ateneo statunitense, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver sperimentato il farmaco su topi definiti LoM (acronimo di human lung-only mice), ovvero portatori di cellule polmonari umane (oltre che di altri tessuti, tutti suscettibili al virus). I coronavirus umani come il SARS-CoV-2, infatti, non possono infettare naturalmente i topi, pertanto gli scienziati per poter condurre esperimenti devono ricorrere all'ingegneria genetica.

In un primo esperimento Garcia e colleghi hanno somministrato il Molnupiravir/EIDD-2801 ai topi 24 ore dopo averli esposti al patogeno, mentre in un altro dopo 48 ore. Nel primo caso hanno osservato un abbattimento della replicazione virale nelle cellule umane di ben 25mila volte dopo appena due giorni, mentre nel secondo esperimento vi è stata una riduzione del 96 percento. “Le concentrazioni dei virus sono stati significativamente ridotte del 96 percento quando il trattamento è stato iniziato 48 ore dopo l'esposizione”, ha dichiarato in un comunicato stampa l'autore principale dello studio. Ancor più significativi sono stati i risultati osservati quando il farmaco è stato somministrato preventivamente, cioè prima di esporre i topi al patogeno pandemico (con un anticipo di 12 ore). “Sorprendentemente, abbiamo scoperto che la profilassi pre-esposizione con EIDD-2801 ha inibito in modo significativo la replicazione del SARS-CoV-2, riducendo le concentrazioni dei virus nei tessuti polmonari umani di LoM di oltre 100.000 volte in due esperimenti indipendenti”, ha affermato la co-autrice dello studio Angela Wahl, professoressa di Medicina e assistente direttore dell'International Center for the Advancement of Translational Science. In un altro esperimento, infine, gli scienziati hanno dimostrato che i coronavirus che circolano nei pipistrelli si replicano bene nei topi LoM, suggerendo che molti altri patogeni che circolano in questi animali potrebbero compiere agevolmente il salto di specie all'uomo.

Lo studio “Therapeutically administered ribonucleoside analogue MK-4482/EIDD-2801 blocks SARS-CoV-2 transmission in ferrets” pubblicato in precedenza sulla rivista Nature Microbiology da scienziati dell'Università Statale della Georgia aveva dimostrato che il Molnupiravir riesce a bloccare il contagio da coronavirus SARS-CoV-2 tra i furetti in sole 24 ore. Si è trattato di un risultato estremamente positivo, tenendo presente che in questi animali e negli altri mustelidi (come i visoni) il patogeno pandemico si replica particolarmente bene come nell'uomo. La speranza è che tutti questi risultati positivi vengano replicati anche in fase clinica, e che il farmaco risulti naturalmente ben tollerato. A causa dei problemi logistici sulla produzione/distribuzione dei vaccini anti COVID e dell'emersione delle nuove varianti, avere un altro farmaco salvavita – come il desametasone – sarebbe fondamentale per ridurre la mortalità in attesa di raggiungere l'immunità di gregge. I dettagli della ricerca “SARS-CoV-2 infection is effectively treated and prevented by EIDD-2801” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.

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