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Covid 19

Farmaci contro l’osteoporosi e un antidepressivo potrebbero proteggere dal coronavirus: quali sono

Un team di ricerca spagnolo guidato da scienziati dell’Hospital del Mar di Barcellona ha dimostrato che i farmaci contro l’osteoporosi denosumab, zoledronato e calcio e l’antidepressivo duloxetina potrebbero proteggere dalla COVID-19, l’infezione provocata dal coronavirus SARS-CoV-2. I risultati dovranno essere confermati da studi più approfonditi.
A cura di Andrea Centini
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Poiché l'infezione da coronavirus SARS-CoV-2 (chiamata COVID-19) è una malattia nuova, i medici hanno iniziato a combatterla e la stanno ancora combattendo con farmaci che in origine erano stati ideati per trattare altre condizioni. Fra quelli che stanno offrendo risultati promettenti vi sono sicuramente il desametasone, un antiinfiammatorio steroideo (corticosteroide) che abbatte il tasso di mortalità, e l'antivirale remdesivir, primo medicinale anti COVID ufficialmente approvato creato per contrastare il virus Marburg e l'Ebola. Grazie a un nuovo studio le "armi" a nostra disposizione potrebbero presto aumentare; è stato infatti determinato che anche alcuni trattamenti contro l'osteoporosi e un antidepressivo potrebbero proteggerci dal patogeno emerso in Cina. Nello specifico si tratta degli antireumatici denosumab, zoledronato e calcio, oltre all'antidepressivo duloxetina.

A determinare che queste molecole potrebbero essere efficaci contro l'infezione da coronavirus è stato un team di ricerca spagnolo guidato da scienziati dell'Hospital del Mar di Barcellona, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio di Neurofarmacologia dell'Università Pompeu Fabra e del Centro per la Fisiopatologia dell'Obesità e Nutrizione (CIBERObn) di Madrid. Gli scienziati, coordinati dal professor Josep Blanch-Rubió, docente di Reumatologia presso l'ospedale universitario di Barcellona, hanno iniziato a indagare su questi principi attivi quando si sono accorti che alcuni dei pazienti trattati presso le loro strutture avevano un'incidenza di infezioni da coronavirus inferiore rispetto ad altri.

Analizzando nel dettaglio l'impatto di trattamenti per l'osteoporosi e altre malattie reumatiche e infiammatorie – alla stregua dell'osteoartrite e la fibromialgia – e mettendo a confronto i dati con quelli della popolazione generale di Barcellona, gli studiosi hanno dimostrato che i pazienti trattati con denosumab, zoledronato e calcio avevano un rischio sensibilmente inferiore di essere contagiati dal coronavirus. Nello specifico, avevano una probabilità ridotta del 30-40 percento di contrarre l'infezione, probabilmente grazie all'azione antiinfiammatoria e stimolante del sistema immunitario dei principi attivi. Anche l'antidepressivo duloxetina era associato a un rischio minore di contrarre la COVID-19, a differenza della maggior parte di altri farmaci analoghi che invece sembrava aumentare questo rischio, allo stesso modo dell'analgesico pregabalin. Altri principi attivi come i bifosfonati, alcuni diuretici, la vitamina D, gli antipertensivi e altri ancora non avevano invece alcun impatto sull'incidenza della patologia.

“Lo studio suggerisce che alcuni di questi trattamenti possono proteggere i pazienti dall'infezione COVID-19, sebbene ulteriori studi debbano ancora essere condotti su più pazienti per dimostrarlo”, ha dichiarato il professor Josep Blanch-Rubió in un comunicato stampa. Si ritiene che questi farmaci non solo agiscano nella prevenzione, ma possano anche ridurre il rischio di sviluppare la forma grave della COVID-19. Come indicato dagli stessi autori dello studio, tuttavia, i risultati dovranno necessariamente essere confermati da studi più approfonditi, randomizzati con placebo e in doppio cieco. I dettagli della promettente ricerca “Influence of anti-osteoporosis treatments on the incidence of COVID-19 in patients with non-inflammatory rheumatic conditions” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Aging.

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