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ESA alla conquista dello spazio: esopianeti, onde gravitazionali ed eclissi artificiali

Con l’approvazione delle missioni LISA, Plato e Proba-3, l’Agenzia Spaziale Europea proverà a rintracciare le onde gravitazionali nello spazio, a scoprire nuovi esopianeti simili alla Terra e a studiare il Sole generando eclissi artificiali.
A cura di Andrea Centini
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Il Comitato ESA (Agenzia Spaziale Europea) per il Programma Scientifico, riunitosi a Madrid nei giorni scorsi, ha dato il via libera a tre importantissime missioni che segneranno una svolta per la ricerca astronomica: con LISA (Laser Interferometer Space Antenna) si andrà a caccia di onde gravitazionali nello spazio; Plato (Planetary Transits and Oscillations of stars) permetterà la scoperta di nuovi pianeti extrasolari, mentre Proba-3 fornirà agli astronomi un nuovo strumento per studiare i segreti del Sole. Tutte e tre le missioni saranno spostate alla fase successiva e potranno disporre del budget necessario per diventare operative.

La più costosa del lotto è l'ambiziosa LISA di classe L (large class), per la quale verranno stanziati oltre 900 milioni di Euro. Il cuore operativo della missione sarà rappresentato da tre sonde gemelle che verranno lanciate nel 2034 (in un'orbita eliocentrica) a circa cinquanta milioni di chilometri dalla Terra, praticamente un'Unità Astronomica, la distanza che separa Sole e Terra. I tre satelliti formeranno i vertici di un triangolo equilatero a 2,5 milioni di chilometri di distanza l'uno all'altro, e gli strumenti a bordo funzioneranno in maniera analoga agli interferometri terrestri LIGO e VIRGO. Questi impianti sono balzati agli onori della cronaca per aver intercettato le onde gravitazionali prodotte da due buchi neri che si fondevano a 1,3 miliardi di anni luce dalla Terra. La differenza sostanziale nel poter operare nello spazio risiede nel fatto che sarà possibile evitare tutti quei rumori di fondo – come gli eventi sismici – che influenzano la precisione degli strumenti terresti.

Plato, una missione di classe M (medium class), sarà finanziata con 500 milioni di Euro e diventerà operativa nel 2026. Con l'approvazione del Comitato dell'ESA si è dato il via libera alla costruzione del satellite, la cui peculiarità consiste in una serie di telecamere e in ben 26 telescopi che cercheranno esopianeti rocciosi – simili alla Terra e nella fascia abitabile in orbita – attorno a un milione di stelle. Le lenti dei telescopi saranno costruite in Italia (nei laboratori fiorentini di Leonardo) e sono state progettate dal team di ricerca INAF del professor Roberto Ragazzoni. La tecnica per intercettare gli esopianeti sarà quella collaudata del transito orbitale.

L'ultima delle tre missioni approvate dall'ESA, Proba-3, permetterà di studiare la corona solare grazie a due curiosi satelliti che voleranno a 150 metri l'uno dall'altro. Le sonde verranno utilizzate per creare vere e proprie eclissi artificiali, simulando quelle naturali che rappresentano il momento migliore (ma molto raro) per effettuare questo tipo di studi. I satelliti di Proba-3 serviranno anche per sperimentare nuove tecnologie per le formazioni di sonde robotiche.

Proba-3 credit: ESA - P. Carril 2013
Proba-3 credit: ESA – P. Carril 2013

[Credit ESA / C. Carreau]

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