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Ebola, codice rosso negli aeroporti europei

Negli scali di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona aumentano i controlli verso i passeggeri provenienti dalle regioni interessate dal contagio.
A cura di Redazione Scienze
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Ebola in Guinea, il personale di Medici senza frontiere al lavoro.
Ebola in Guinea, il personale di Medici senza frontiere al lavoro.

Non esistono vaccini, ma – assicura il vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Keiji Fukuda – "sappiamo come interrompere i contagi". Il virus dell'ebola si è diffuso dalla Guinea alla Liberia e fa contare casi sospetti anche in Ghana, Sierra Leone, Senegal e Mali. Al momento sono circa centodieci i decessi, di cui quasi cento in Guinea. Una diffusione che ha allarmato l'Oms e che ora sta preoccupando anche l'Europa. Negli aeroporti di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona è stato dichiarato uno stato d'allerta da codice rosso. Un team del Laboratorio mobile Europeo sta studiando la diffusione della malattia in Guinea già da fine marzo. Giuseppe Ippolito, direttore generale dello Spallanzani di Roma – unico laboratorio di biocontenimento italiano – ha riferito che "la situazione è davvero grave". Gli studiosi stanno agendo sul territorio per la diagnostica molecolare del virus e per aiutare il personale medico nella gestione dei pazienti nell'ospedale del posto e presso l'organizzazione Medici senza Frontiere.

Come si trasmette l'ebola. Il contagio si realizza attraverso il contatto con il sangue o i fluidi corporei di essere umani ed animali infetti. Il tasso di mortalità è particolarmente alto, aggirandosi – in base al ceppo – tra il 50 e il 90%. Dopo circa tre settimane di incubazione, il virus si manifesta attraverso febbre alta, dolori muscolari, vomito ed eruzioni cutanee. Sintomi che permettono alla malattia di confondersi con altre, soprattutto con forme particolarmente violente di influenze stagionali. Non esistendo un vaccino il solo modo per interrompere i contagi è l'isolamento dei casi e l'innalzamento degli standard di profilassi ed igiene. L'epidemia è purtroppo una triste costante del continente africano, che al suo interno ha spesso ospitato piccoli ceppi di ebola.

Dal 1976 ad oggi si calcola che in Africa siano morte di ebola circa 1500 persone su 2200 infetti accertati. Un contagio che questa volta rischia di diventare ben più pericoloso, perché ha superato i confini ristretti e facilmente controllabili dei villaggi ed è giunto nella capitale della Guinea, Conakry, una metropoli che conta più di un milione di abitanti. Il ceppo del virus, peraltro, è quello più violento (ceppo Zaire). L'Associazione Microbiologi Clinici Italiani (Amcli), attraverso il suo presidente Pierangelo Clerici, ha osservato che "potrebbero arrivare passeggeri infetti se non riconosciuti negli scali europei che hanno voli diretti dalle zone colpite". Un pericolo che in Europa ha fatto appunto alzare il livello di attenzione verso i voli provenienti dal Continente Nero.

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