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Covid 19

È possibile lavare le mascherine chirurgiche in lavatrice a 60° C e riutilizzarle fino a 10 volte

Ricercatori francesi hanno dimostrato che le mascherine chirurgiche possono essere lavate in lavatrice fino a 10 volte senza alterarne traspirazione e filtrazione.
A cura di Andrea Centini
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Le mascherine chirurgiche, tra i dispositivi di protezione individuale più utilizzati per difendere se stessi e gli altri dalla pandemia di COVID-19, possono essere lavate in lavatrice e riutilizzate tra un trattamento e l'altro fino a dieci volte. Il processo non altera la loro capacità di traspirazione e filtrazione. Si tratta di una notizia eccezionale soprattutto per l'ambiente, considerando il numero enorme di rifiuti plastici prodotti da quando ha iniziato a diffondersi il coronavirus SARS-CoV-2 in Cina. Secondo la ricerca “Plastic waste release caused by COVID-19 and its fate in the global ocean” pubblicata su PNAS e condotta da scienziati dell'Università di Nanchino e dell'Università della California, dall'inizio della pandemia ad agosto 2021 sono state prodotte ben 8 milioni di tonnellate di rifiuti sanitari, tra mascherine, guanti, confezioni di disinfettanti, visiere, kit per tamponi e altro ancora. Di queste, si stima che entro la fine del 2021 ben 34mila finiranno nei mari e negli oceani di tutto il mondo, inquinando gli ecosistemi e condannando a una fine atroce moltissimi animali.

A determinare che è possibile riutilizzare le mascherine chirurgiche dopo 10 cicli di lavaggio in lavatrice è stato un team di ricerca francese guidato da scienziati dell'Università di Grenoble Alpes – CNRS, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'istituto IMT Atlantique – GEPEA, dell'Università di Lione, dell'INRS Département Ingénierie des Procédés, del Clinical Investigation Center-Technological Innovation 1406 (CIC-IT) e di altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Caroline Landelleah, ricercatrice presso il centro ospedaliero dell'ateneo transalpino, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto vari test di lavaggio con le mascherine chirurgiche in polipropilene di tipo IIR, un versatile polimero termoplastico che ben si presta all'uso sanitario. Come indicato nell'abstract dello studio, il dispositivo di protezione individuale può essere lavato dieci volte in lavatrice (a 60 °C con detergente); lavato cinque volte e messo in autoclave (a 121°C per 20 minuti) cinque volte; e lavato e sterilizzato con le radiazioni o ossido di etilene “senza alcun degrado delle proprietà di filtrazione o traspirabilità”. “L'ispezione visiva delle mascherine dopo il lavaggio non ha mostrato alcun difetto strutturale significativo, a parte le rotture dei passanti elastici (5-7 percento delle mascherine) e sempre nel punto di saldatura tra la maschera e l'elastico. Piccole macchie di ruggine compaiono sul 25 percento delle mascherine alle due estremità della barra nasale dopo due cicli di lavaggio. Quelle macchie di ruggine non hanno alcun effetto negativo sull'aderenza della mascherina facciale”, spiegano gli esperti. Naturalmente dopo i cicli di lavaggio è fondamentale verificare che non ci siano rotture, perdite di peluria e altre alterazioni evidenti che rendono il DPI inutilizzabile.

Credit: Chemosphere
Credit: Chemosphere

Nonostante la professoressa Landelleah e colleghi abbiano dimostrato che le mascherine mantengono la capacità di traspirazione e filtrazione dopo una serie di lavaggi, si determina tuttavia una perdita delle proprietà di antiproiezione. Ciò non le rende più adatte all'uso professionale in specifici ambiti sanitari, come ad esempio le sale operatorie, tuttavia restano conformi a uno standard codificato con la sigla AFNOR S76-001, che le classifica come “mascherine per uso non sanitario di tipo 1”. “Questa qualifica conferisce uno status legale alle mascherine trattate e consente la raccomandazione per il riutilizzo delle mascherine chirurgiche lavate da parte della popolazione generale, con il significativo vantaggio per la salute pubblica di fornire una protezione migliore rispetto alle maschere in tessuto-tessuto”, specificano gli esperti.

“Il riutilizzo razionale delle mascherine chirurgiche e la loro gestione del fine vita è fondamentale, in particolare nei periodi di pandemia in cui si possono prendere decisioni drastiche”, hanno concluso gli esperti. Basti pensare che secondo uno studio ogni mese utilizziamo e gettiamo in tutto il mondo circa 130 miliardi di mascherine, pari a 3 milioni al minuto. Quelle che finiscono nell'ambiente, se non recuperate impiegano centinaia di anni per decomporsi. I dettagli della ricerca “Reuse of medical face masks in domestic and community settings without sacrificing safety: Ecological and economical lessons from the Covid-19 pandemic” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Chemosfere.

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