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È possibile fermare l’invecchiamento con le trasfusioni di sangue giovane?

Una trasfusione di sangue preso da ragazzi tra i 16 e i 25 anni di età può davvero rendere più giovani? Ecco in cosa consiste l’idea è di un medico americano già molto criticato.
A cura di Andrea Centini
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Secondo i fondatori della startup americana Ambrosia LLC di Monterey (California), il sangue di soggetti giovani e in salute sarebbe un ottimo rimedio per contrastare il naturale invecchiamento; per questa ragione hanno avviato un trial clinico per valutare gli effetti di trasfusioni mirate, con sacche di plasma ‘giovane' da 1,5 Litri. Accedere al test del potenziale e alternativo elisir di lunga vita non è comunque una cosa per tutti; il trattamento, della durata di un paio di giorni e che prevede la trasfusione di sangue recuperato da ragazzi tra i 16 e i 25 anni di età, costa infatti ben ottomila dollari.

La cifra elevata, in associazione alle basi scientifiche sulle quali è focalizzato il business di Ambrosia, ha scatenato l'indignazione di diversi specialisti, come il neuroscienziato dell'Università di Stanford Tony Wyss-Coray, che dubita dell'intera impresa: “Non c'è proprio alcuna evidenza clinica che il trattamento apporti benefici, e fondamentalmente si sta abusando della fiducia della gente e dell'entusiasmo del pubblico”. Lo studioso parla anche per conoscenze dirette, dato che ha effettuato alcuni esperimenti simili col plasma dei topi. In test analoghi eseguiti dall'Università Berkley è stato evidenziato che il sangue di topi anziani iniettato negli animali giovani ha avuto alcuni effetti negativi, mentre il processo inverso non ha dato i benefici sperati, che comunque potrebbero essere legati alla semplice diluizione.

Nonostante le perplessità, l'ideatore principale del trattamento Jesse Karmazin, un medico senza la licenza per poter esercitare la professione, è convinto che il sangue possa essere usato come un vero e proprio farmaco anti-aging. Durante l'osservazione di decine di trasfusioni, ha infatti annotato i dettagli relativi al sangue ricevuto dai pazienti, evidenziando statistiche favorevoli in quelli trattati con le sacche provenienti dai donatori giovani. Karmazin, con la collaborazione di un altro collega medico, al momento ha eseguito il trattamento su trenta persone, ma spera di arrivare almeno a 600 per ottenere dati statistici più solidi. Pur essendo soddisfatto dei primi risultati, i detrattori parlano di semplice effetto placebo nei suoi ‘pazienti', che arrivano a spendere ottomila dollari solo per sentirsi meglio.

[Immagine di qimono]

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