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È la prima volta! Trovato il DNA dei nostri antenati, ma non dalle ossa: come hanno fatto

Grazie a una tecnica innovativa sono stati recuperati frammenti di DNA appartenente a uomini preistorici da semplici sedimenti, senza la necessità di avere fossili. La scoperta permetterà di approfondire gli studi sull’evoluzione umana.
A cura di Andrea Centini
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Un team internazionale di antropologi coordinato dal Max Planck Institute di Lipsia è riuscito per la prima volta a recuperare DNA di uomini preistorici da grotte e caverne in totale assenza di fossili. Gli studiosi, guidati dai professori Matthias Meyer e Svante Paabo, hanno raggiunto questo storico traguardo attraverso l'analisi dei sedimenti, all'interno dei quali, grazie a una tecnica basata sul sequenziamento del DNA mitocondriale, sono riusciti a discernere frammenti di codice genetico appartenenti all'uomo di Neanderthal, all'uomo di Denisova e ad alcuni animali estinti della cosiddetta megafauna, come il mammut e il rinoceronte lanoso. In totale, nelle sette grotte esaminate, è stato individuato il DNA di 12 distinte famiglie di mammiferi.

Si tratta di un risultato straordinario poiché sebbene i siti in cui è noto il passeggio dei nostri antichi cugini siano molti, lo sono molto meno i reperti fossili sui quali condurre gli studi. In pratica, è molto più facile trovare manufatti preistorici – come i proiettili recentemente recuperati nel sito di Sibudu in Sudafrica – piuttosto che frammenti ossei o denti. Grazie a questa tecnica innovativa aumenterà sensibilmente il numero di dati a disposizione dei ricercatori per studiare la storia evolutiva umana. “Ricavando il DNA dai sedimenti – ha sottolineato il dottor Paabo – possiamo individuare la presenza di gruppi di antichi umani nei siti e nelle aree in cui non è possibile stabilirla con altre tecniche”. “Il nostro studio dimostra che l'analisi dei DNA nei sedimenti è una procedura archeologica molto efficace, che in futuro potrà diventare di routine”, ha concluso con entusiasmo il ricercatore.

Particolarmente interessante il ritrovamento del DNA appartenente all'uomo di Denisova (conosciuto anche col nome di donna X), un ominide vissuto tra i 70.000 e i 40.000 anni fa del quale sono noti solo pochissimi resti, recuperati alcuni anni fa sui Monti Altaj in Siberia dallo stesso team di ricerca che ha elaborato la tecnica innovativa. Di tutti i campioni raccolti nella nuova spedizione, ben nove consentiranno di condurre studi genetici più complessi. I dettagli dell'affascinante studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

[Immagine di Wikipedia]

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