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È la creatura più resistente del mondo: come allevare un tardigrado, orso d’acqua, in casa

Gli organismi più resistenti della Terra, i tardigradi, possono essere trovati facilmente e allevati da chiunque a casa. È sufficiente un microscopio economico per osservarli e scoprirne l’affascinante biologia.
A cura di Andrea Centini
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I tardigradi, conosciuti anche col nome comune di “orsi d'acqua”, sono tra le creature microscopiche più affascinanti che popolano il nostro pianeta, e grazie alla loro straordinaria resistenza possono essere allevati con facilità e grande soddisfazione da chiunque. Naturalmente per osservarli è necessario disporre di un microscopio (ancor meglio di uno stereomicroscopio), tuttavia trattandosi di creature al limite della visibilità per l'occhio umano – gli adulti vanno da 0,1 a 1,5 millimetri –, per godersi lo spettacolo è più che sufficiente uno strumento amatoriale e poco costoso. Poiché i tardigradi vivono praticamente in ogni angolo della Terra, è semplicissimo poterne raccogliere qualcuno anche nel proprio giardino di casa. Ma prima di lanciarsi in questo allevamento esotico, scopriamo cosa sono questi invertebrati e perché appassionano tanto i biologi.

Tardigrado: chi è e quali sono i suoi super poteri

Tardigrado significa letteralmente “che cammina lentamente” e si riferisce alla tipica andatura di questi invertebrati. Il loro nome colloquiale, orsi d'acqua, deriva invece dall'aspetto osservato al microscopio, molto somigliante a quello dei plantigradi, sebbene abbiano ben quattro paia di zampe. Cioè che rende questi invertebrati così straordinari è la loro capacità di sopravvivenza a condizioni che definire estreme è un eufemismo: basti pensare che un recente studio dell'Università di Oxford ha determinato che i tardigradi possono sopravvivere anche ai peggiori disastri astronomici, e molto probabilmente saranno gli ultimi organismi a solcare la Terra. Pur avendo una longevità stimata di 60 anni, questi invetebrati sono dotati di veri e propri "super poteri": possono sopravvivere per decenni senza bere e mangiare; esposti a temperature infernali di 150° centigradi; nel vuoto e nel gelo dello spazio; per mesi senza ossigeno; incassati in un blocco di ghiaccio a – 200° centigradi; bombardati di radiazioni e sotto l'imponente pressione della colonna d'acqua oceanica. Non a caso il loro codice genetico viene considerato dagli scienziati una vera e propria “macchina da guerra”. Insomma, potete stare tranquilli, allevarli a casa è tutto fuorché complesso. Basta rispettarne le naturali esigenze.

Dove cercare i tardigradi

Come specificato, i tardigradi si trovano ovunque, ma il posto migliore per cercarli sono le zone umide, in particolar modo dove crescono muschi e licheni. Se avete un giardino a casa, potete guardare nei pressi di muretti e dei depositi di foglie cadute, su tronchi marcescenti oppure dove si trovano fontanelle, laghetti artificiali o qualunque altra fonte d'acqua. Se il vostro giardino è un “deserto” non disperate: i tardigradi sono così resistenti che potrebbero trovarsi anche lì, in letargo e in attesa di poter ‘fiorire' grazie alle vostre amorevoli cure. Non vi resta che raccogliere qualche campione di muschi e/o licheni – meglio con una pinzetta – e riporlo in un fazzoletto o sacchetto di carta. Attenzione alle buste di plastica: favoriscono lo sviluppo di muffe che possono rendere difficoltosa l'osservazione dei tardigradi.

La dimora per i tardigradi

Una volta rientrati a casa con i campioni va approntata una dimora accogliente per questi piccoli invertebrati. Un posto ideale, anche per ragioni di osservazione al microscopio, è un basso recipiente di vetro aperto. Una piastra (o capsula) di Petri è perfetta. Se non avete qualcosa di simile a disposizione può andar bene anche un contenitore di plastica trasparente, come il fondo di una bottiglia tagliato con cura. Una volta depositati i campioni è necessario versare dell'acqua, facendo attenzione a non superare i 10/15 millimetri di profondità. L'acqua da privilegiare è quella distillata o piovana, ma può andar bene anche quella di rubinetto.

Credit: wikipedia
Credit: wikipedia

Il risveglio

Preparato il tutto lasciate i campioni a riposare per un giorno intero: è il tempo massimo necessario a far “risvegliare” i tardigradi, che inizieranno così a muoversi nel loro nuovo ambiente. Trascorse le 24 ore è necessario procurarsi un secondo contenitore, dove far cadere l'acqua assorbita dai muschi attraverso una semplice procedura di schiacciamento. In questo modo finiranno nel nuovo contenitore anche i tardigradi, che la prima volta saranno più semplici da individuare se allontanati dal substrato.

Individuare un tardigrado

Dopo aver posizionato il contenitore sotto al microscopio vanno messi a fuoco i pezzetti di muschio; in questo modo diventano visibili anche i tardigradi. Per favorire la ricerca è possibile aiutarsi con una luce artificiale proiettata al lato del contenitore, che rende i tardigradi più “brillanti”. Il loro colore è infatti traslucido, e se osservate dei pigmenti state osservando il loro stomaco pieno. Non appena vedete un tardigrado, versate nuova acqua nel contenitore e aggiungete altro muschio per creare un habitat più accogliente per le sue esigenze.

Alimentazione e cura dei tardigradi

Come specificato, si tratta di animali incredibilmente resistenti che sopravvivono in condizioni estreme, ma naturalmente se volete allevarli dovete prendervene cura rispettandoli. I tardigradi si nutrono della linfa presente nei muschi e nei licheni e di piccoli microorganismi che vivono nello stesso ambiente. Per alimentarli è dunque sufficiente sostituire il materiale vegetale una volta ogni quattro settimane o quando inizia a marcire. Cambiare l'acqua non è necessario e se ne può versare di nuova quando si esaurisce quella vecchia.

[Credit: Kazuharu Arakawa e Hiroki Higashiyama]

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