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Covid 19

Dopo il vaccino COVID le mammografie possono mostrare linfonodi ingrossati: i consigli dei medici

Poiché la vaccinazione contro il coronavirus SARS-CoV-2 può determinare un ingrossamento dei linfonodi che viene evidenziato dalle mammografie, i medici del Massachusetts General Hospital hanno messo a punto alcune linee guida per tranquillizzare le pazienti ed evitare esami (come le biopsie) che possono ritardare l’accesso agli screening per chi ne ha realmente bisogno.
A cura di Andrea Centini
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Tra i diversi e attesi effetti collaterali della vaccinazione contro il coronavirus SARS-CoV-2 vi è anche l'ingrossamento dei linfonodi ascellari. Si tratta di una normale e temporanea risposta all'inoculazione del farmaco, che può determinare anche dolore al sito dell'iniezione, febbre leggera, mal di testa, dolori muscolari e altre lievi conseguenze. Poiché i linfonodi ingrossati dal vaccino possono essere erroneamente scambiati per i noduli legati al cancro al seno, per evitare confusione, preoccupazioni ingiustificate e controlli inutili, che rischiano di far saltare gli esami di chi ne ha realmente bisogno, i radiologi del Massachusetts General Hospital della Scuola di Medicina della prestigiosa Università di Harvard hanno deciso di mettere a punto delle linee guida che possano supportare sia i pazienti che i colleghi operatori sanitari.

L'idea di realizzare queste linee guida è emersa in seguito al recente, considerevole aumento degli accessi al reparto di imaging mammario del nosocomio di Boston, con un numero sempre maggiore di pazienti che presentavano linfonodi ingrossati evidenziati da mammografie, ecografie e risonanze magnetiche. I medici ci hanno messo poco a capire che si trattava di tutte donne recentemente vaccinate contro il coronavirus SARS-CoV-2. Del resto gli Stati Uniti sono il Paese in cui sono state somministrate più dosi di vaccino anti COVID al mondo, ben 66,46 milioni secondo l'ultimo dato aggiornato della mappa interattiva sulle vaccinazioni, pertanto il numero di persone preoccupate per i linfonodi ingrossati è cresciuto sensibilmente, e continuerà a farlo anche nelle prossime settimane col prosieguo della campagna vaccinale. “Abbiamo parlato con i nostri colleghi dell'assistenza primaria e delle nostre cliniche specializzate nel cancro al seno e abbiamo capito che avevamo bisogno di un piano chiaro per gestire la situazione”, ha dichiarato la professoressa Constance “Connie” Lehman, direttrice presso presso Breast Imaging e co-direttrice dell'Avon Comprehensive Breast Evaluation Center dell'ospedale universitario.

Gli scienziati, come indicato in un comunicato stampa, hanno messo a punto un piano volto a incentivare la vaccinazione contro il patogeno emerso in Cina; a ridurre o eliminare i ritardi, le cancellazioni e la riprogrammazione degli screening per il cancro al seno; e a ridurre il numero di scansioni e biopsie “inutili” dei linfonodi gonfi a causa della vaccinazione anti COVID. I dettagli principali su cui si deve focalizzare la comunicazione ai pazienti, spiegano la professoressa Lehman e i colleghi, è quella relativa alla posizione dei linfonodi e soprattutto della durata del gonfiore. “I linfonodi nell'area dell'ascella che vediamo sulla mammografia sono più grandi sul lato in cui hai ricevuto il tuo recente vaccino COVID-19. I linfonodi ingrossati sono comuni dopo il vaccino COVID-19 e sono una normale reazione del tuo corpo dopo la vaccinazione. Tuttavia, se senti un nodulo sotto l'ascella che dura per più di sei settimane dopo la vaccinazione, dovresti informare il tuo medico”, hanno spiegato gli esperti.

A causa della pandemia di COVID-19 è stato documentato un calo significativo delle diagnosi di cancro al seno e di screening mammografici, e questo spesso per la paura di recarsi in ospedale e contrarre il virus. Tale riduzione è stata osservata anche per altre neoplasie e patologie, ma ciò non significa affatto che siano sparite, tutt'altro. Sono sempre presenti, ma verranno diagnosticate a uno stato più avanzato, quando ormai sarà più difficile trattarle o addirittura troppo tardi per essere curate. Per questa ragione gli scienziati invitano caldamente tutte le pazienti a continuare a sottoporsi agli esami per il cancro al seno, ma al contempo vanno eliminati tutti i potenziali colli di bottiglia causati da screening non utili e legati alla vaccinazione contro il coronavirus. I dettagli della ricerca “Mitigating the Impact of Coronavirus Disease (COVID-19) Vaccinations on Patients Undergoing Breast Imaging Examinations: A Pragmatic Approach” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata American Journal of Roentgenology.

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