Prima il caldo, ora il fuoco. La cittadina canadese di Lytton, che nel corso degli ultimi giorni era finita al centro delle notizie a causa della temperatura rilevata di 49,6 gradi, ora sta andando letteralmente a fuoco. Sembrava che il clima stesse tornando nella norma, ma mercoledì la zona ha iniziato a bruciare: un incendio è scoppiato a 153 chilometri a nord-est di Vancouver e ha iniziato a muoversi così velocemente che le autorità non hanno nemmeno avuto il tempo di inviare un ordine di evacuazione. I cittadini hanno visto il fumo, raccolto quello che potevano dalle loro case e sono scappati: poche ore più tardi, la maggior parte delle case sono state distrutte dal fuoco.
"La nostra povera città di Lytton è andata" ha scritto su Facebook il preside di una scuola, anch'esso fuggito dalle fiamme raccogliendo solo una valigia, un cuscino e un computer. "Abbiamo caricato tutti sulle macchine e iniziato a guidare. Non avevamo corrente né internet e tutti stavano cercando di mettersi in contatto con altre persone. È devastante, i membri della nostra comunità hanno perso tutto". Sono gli effetti dell'improvviso e violento caldo che ha colpito il paese nel corso degli ultimi giorni e che ha portato a centinaia di morti e alla distruzione di ettari di foreste divorate dal fuoco.
Nel caso di Lytton, l'incendio è stato devastante. Sostenuto da un vento molto forte, il fuoco ha sorpreso l'amministrazione della cittadina e ne ha dilaniato gli edifici a pochi minuti dalla sua individuazione. In poco tempo, la città di Lytton è stata completamente distrutta. A causare questa situazione è stata anche la cupola di calore che ha colpito la zona del Canada nel corso degli ultimi giorni e che proprio nella città della Columbia Britannica ha fatto registrare le temperature più alte. Si tratta di una sorta di gigantesco "coperchio" in grado di bloccare l'alta pressione – e le conseguenti alte temperature – su una specifica regione, intrappolando il calore e rendendolo persistente.
Il fenomeno ha causato decine di incendi nella zona che le autorità hanno difficoltà a gestire proprio in virtù dell'enorme cappa di calore che rende il lavoro dei pompieri pressoché impossibile. All'inizio della settimana gli elicotteri impegnati nella gestione dell'incendio di Sparks Lake sono stati costretti ad atterrare perché i motori si surriscaldavano subito, mentre a terra i pompieri sono stati fatti retrocedere perché il clima secco ha reso impossibile la soppressione degli incendi. Una situazione che sta colpendo una zona non abituata a temperature di questo tipo e che, colta alla sprovvista e senza apparecchiature adeguate, sta registrando un aumento delle morti improvvise pari al 200%: secondo le autorità, negli ultimi giorni sono morte improvvisamente 233 persone a causa del caldo. Per fare un paragone, negli ultimi 5 anni solamente tre morti erano riconducibili al caldo.