Delfino trovato morto con un tubo della doccia di 60 centimetri incastrato nell’esofago
Un giovane delfino maschio è stato trovato morto con un tubo della doccia lungo 60 centimetri incastrato nell'apparato digerente; una parte era ancora nell'esofago, l'altra nello stomaco. La carcassa dello sfortunato cetaceo, lungo poco più di due metri, è stata recuperata sulla spiaggia di Fort Myers a Big Carlos Pass, nella Florida occidentale (Stati Uniti).
Autopsia. Durante l'esame necroscopico, condotto dai veterinari del Fish and Wildlife Research Institute, è stato immediatamente individuato l'ingombrante oggetto in plastica di colore marrone. Come indicato sul post pubblicato sul profilo facebook dell'istituto, non è sicuro che sia stato proprio il lungo tubo della doccia a causare la morte del delfino, tuttavia è molto probabile che esso abbia giocato un ruolo decisivo nello spiaggiamento. Verranno effettuate tutte le analisi di rito – tossicologiche e non – per avere la certezza sulle cause del decesso. Come sottolineato nel messaggio, si tratta del secondo delfino trovato morto con plastica nel corpo nel giro di pochi giorni.
Capodogli. Recentemente è stata registrata un'anomala moria di capodogli (Physeter macrocephalus) in Italia, tutti esemplari giovani lunghi 6-7 metri trovati morti lungo le coste settentrionali della Sicilia. Nello stomaco di alcuni di essi è stata trovata plastica, ma non sembrerebbe questo materiale la causa dei decessi; secondo gli esperti è più probabile un'infezione, considerando i numeri, la concentrazione degli spiaggiamenti e l'età degli animali, tuttavia c'è anche chi ha puntato il dito contro le esercitazioni militari condotte nelle ultime settimane nel Mediterraneo. La plastica è comunque considerata una delle principali minacce per i cetacei odontoceti (con i denti) come delfini e capodogli, poiché questi mammiferi marini scambiano i rifiuti per le loro prede naturali e ne ingeriscono in grandi quantità. Spesso la plastica ne occlude l'apparato digerente e uccide i cetacei per denutrizione, provocando loro dolori lancinanti e un'orribile agonia.