Delfini con denti strappati e oranghi rinchiusi per un selfie: il turismo violento di Bali

Delfini con i denti strappati per evitare che possano ferire le persone e altre specie come tigri, elefanti e oranghi rinchiuse in condizioni terrificanti, solo per permettere di scattarsi un selfie. È la drammatica situazione vissuta dagli animali selvatici tenuti in cattività in alcuni luoghi popolari per il turismo in Indonesia, come l'apprezzatissima Bali ma anche Lombok e Gili Trawangan.

A portarla sotto i riflettori i volontari di World Animal Protection (WAP), un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si batte per la tutela e il benessere degli animali da oltre trenta anni. I membri di WAP UK hanno visitato 26 siti dedicati al turismo naturalistico nei quali sono ‘ospitati' 1.500 animali selvatici, e dall'indagine è nato un dettagliato rapporto dal titolo sibillino: Wildlife Abusement Parks.

Ciò che hanno fatto emergere è agghiacciante. La condizione peggiore riguarda proprio i mammiferi marini, nel caso specifico i tursiopi (Tursiops truncatus), i delfini per antonomasia come Flipper. Tutti quelli osservati vivono in condizioni disumane, molti in piccole vasche profonde solo tre metri dove trovano posto anche quattro esemplari. A rendere il tutto ancora più agghiacciante, il fatto che ai cetacei vengono piegati o completamente rimossi i denti, per evitare che possano ferire accidentalmente gli addestratori o i turisti desiderosi di nuotare con loro. Un trattamento abominevole giustificato con la ridicola scusa che “ai delfini in cattività non crescono i denti”. E in questo modo viene sfruttata l'ignoranza dei turisti per incassare denaro sulla pelle degli sfortunati cetacei.

Ma le cose non vanno molto meglio agli altri animali. Tutti i luoghi che ospitano elefanti indiani, ad esempio, permettono di fare passeggiate sul loro dorso. È un lavoro che li costringe a turni massacranti, ma soprattutto a un allenamento doloroso, fatto di crudeltà e continue privazioni. Gli oranghi sono invece i preferiti per le “esperienze selfie”; i primati sono trattenuti in spazi angusti, senza libertà di movimento e possibilità di interagire socialmente, in attesa che il turista di turno si accomodi per la foto. Una vera e propria tortura per queste scimmie intelligenti, delle quali ne è stata appena scoperta una nuova specie in pericolo critico di estinzione.

Nell'80 percento dei casi i bisogni primari di questi primati non vengono soddisfatti; il dato sale al 100 percento per quelle strutture che ospitano felini, zibetti e i già citati tursiopi. “È una tragedia che Bali, una destinazione così bella per i turisti, costringa i suoi animali selvatici in cattività a sopportare condizioni così grottesche e orribili”, ha sottolineato il CEO di WAP Steve McIvor. “Dietro le quinte – ha aggiunto il dirigente – gli animali selvatici vengono strappati alle loro madri da cuccioli o allevati in cattività, per essere tenuti in condizioni terribili o costretti a interagire ripetutamente con i turisti per ore e ore”.

Solo nel 2017 Bali è stata visitata da 5 milioni di turisti, e fin quando le persone continueranno a pagare profumatamente per interagire con questi animali le loro condizioni non miglioreranno. Per questa ragione WAP sconsiglia a tutti coloro che intendono visitare questi bellissimi luoghi di evitare le strutture che maltrattano gli animali.

[Credit: World Animal Protection]