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Dal bicarbonato all’acqua alcalina: nessun rimedio “alternativo” è stato dimostrato

Secondo una tesi mai dimostrata creare un ambiente alcalino permetterebbe di sconfiggere qualsiasi forma di tumore, senza dover fare uso delle terapie attualmente riconosciute. Esiste anche un mercato di prodotti dalla dubbia efficacia.
A cura di Juanne Pili
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Nel mondo delle cure alternative – cioè quelle che non hanno dimostrato di funzionare – esiste un termine molto gettonato: "alcalino". Tutto potrebbe risalire già dalle tesi riguardanti la possibilità di curare i tumori col bicarbonato, si sostiene infatti che le masse tumorali sarebbero dei funghi. Così l'impiego del bicarbonato si rivelerebbe una panacea. Per motivi metabolici le cellule neoplastiche proliferano in ambiente acido, quindi utilizzando una sostanza basica si renderebbe l'ambiente sfavorevole alla proliferazione delle cellule tumorali (o "funghi", secondo questa tesi).

Innalzare il pH del sangue sarebbe la chiave di tutto. In realtà l'ambiente è reso acido dalle cellule tumorali stesse, si confonde insomma la causa con l'effetto. Oltre a questo abbiamo risultati molto discordanti nelle sperimentazioni, per esempio in diversi casi si è riscontrato un aumento della crescita tumorale, per non contare altri effetti collaterali. Non si esclude a priori un possibile potenziamento dei rimedi chemioterapici riconosciuti, ma anche questo sarebbe da dimostrare rigorosamente. Ne avevamo già trattato in un articolo precedente. Non viene proposto solo il bicarbonato o il limone, abbiamo anche il Trigno: alcol di prugnolo, tipico del Molise, che oltre ad attendere di essere brevettato non ha saputo dimostrare la sua efficacia nella cura dei tumori. Oggi sale alla ribalta un nuovo prodotto che sembra sapersi vendere molto bene, AlkaWater. Così recita lo slogan della casa produttrice:

Un innovativo ed esclusivo integratore liquido concentrato alcalino, che aggiunto all’acqua da bere è utile per elevare il pH dell’acqua potabile.

Le sedicenti proprietà dell'acqua alcalina

Si tratterebbe di un concentrato “caustico” formato da potassio, sodio, cloro, selenio, boro e molibdeno, tutti elementi tipici delle acque minerali. Con sole dieci gocce di AlkaWater per litro sarebbe possibile innalzare il pH oltre a 9,5. Anche in questo caso non abbiamo proprio niente di dimostrato scientificamente, fatta eccezione per uno studio pubblicato sul Journal of transnational medicine di cui è possibile scaricare una copia sul sito della Macrolibrasi. Si tratta di una rivista open-access dallo scarso impact factor, che ha già posto non poche perplessità riguardo all'accuratezza della verifica degli articoli prima di pubblicarli. Ed effettivamente lo studio in questione non riesce a dimostrare niente.

E' già possibile acquistare il prodotto. Nonostante la scarsità di evidenze scientifiche potete comprare una boccetta da 37ml alla modica cifra di 21 o 24 euro, con la promessa di "prevenire l’insorgenza di malattie … non solo i tumori, ma anche tante altre patologie". Al momento di "certo" sappiamo solo che AlkaWater è ottima se vogliamo elevare un po' il pH delle nostre urine.

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