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Covid 19

Così i contagi sulla nave Diamond Princess aiutano a studiare il coronavirus

Grazie ai dati certi sui passeggeri e all’isolamento che comportano, le navi da crociera sono luoghi particolarmente preziosi per studiare l’andamento e l’evoluzione delle epidemie. Nel caso della COVID-19, l’infezione scatenata dal coronavirus, la Diamond Princess attraccata in Giappone è stata un punto di riferimento per molti scienziati. Ecco perché.
A cura di Andrea Centini
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Virologi ed epidemiologi di tutto il mondo sono a lavoro per studiare la diffusione della pandemia di coronavirus, che ha ormai raggiunto praticamente ogni angolo del globo (Antartide a parte). Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base della mappa interattiva messa a punto dagli scienziati dell'università americana Johns Hopkins, si registrano in tutto il mondo quasi 550mila contagiati e oltre 24mila vittime, numeri che secondo gli scienziati sono ampiamente sottostimati. Basti pensare che uno studio dell'Imperial College di Londra ritiene che per ogni caso positivo di COVID-19 confermato ce ne sarebbero altri 5-10 “fantasma”. Ma per altri i numeri nascosti sarebbero decisamente più grandi; un modello matematico messo a punto dall'Università di Oxford, ad esempio, stima che fino al 50 percento dei britannici potrebbe già essere stato infettato, ovvero 30 milioni di persone. La malattia si diffonde molto più velocemente delle possibilità che hanno le autorità sanitarie di fare i tamponi a tutti, inoltre tante persone muoiono prima di essere testate.

Alla luce di queste considerazioni, le navi da crociera rappresentano luoghi particolarmente preziosi da studiare per comprendere andamento ed evoluzione delle epidemie, in virtù dei dati certi sulla popolazione coinvolta e dell'isolamento che comportano. Il caso della Diamond Princess attraccata al porto di Yokohama, in Giappone, è stato (e lo è tuttora) molto significativo nell'analisi epidemiologica della COVID-19, e oggi è considerato un vero e proprio punto di riferimento per gli scienziati. Grazie ai dati raccolti sui passeggeri, infatti, sono stati messi a punto diversi studi che stanno aiutando a comprendere meglio le caratteristiche del patogeno, più difficili da indagare in una popolazione più ampia e aperta. “Le navi da crociera sono come un esperimento ideale di una popolazione chiusa. Sai esattamente chi c'è e a rischio e puoi testare tutti”, ha dichiarato all'autorevole rivista scientifica Nature il professor John Ioannidis, epidemiologo presso la prestigiosa Università di Stanford University (California).

Sulla Diamond Princess c'erano a bordo 3.711 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio. La nave è stata fatta attraccare al porto giapponese all'inizio di febbraio e messa in quarantena dopo la scoperta di un passeggero risultato positivo, che era sbarcato nei giorni precedenti. Nel giro di un mese sono risultate contagiate dal coronavirus 712 persone, 10 delle quali sono decedute a causa delle complicanze dell'infezione. Poiché quasi tutti i passeggeri, isolati nelle loro cabine e fatti scendere a scaglioni, sono stati sottoposti al tampone più volte nel, gli scienziati sono riusciti non solo ad avere numeri molto precisi sui contagiati, ma anche sugli asintomatici, su chi presentava sintomatologia lieve o grave e sui sani.

Incrociando tutti questi dati gli scienziati di Eurosurveillance hanno stimato che ben il 18 percento dei contagiati non aveva sintomi, mentre ricercatori giapponesi, sfruttando anche i dati della Cina, hanno determinato un tasso di mortalità della COVID-19 dell'1,1 percento, sensibilmente inferiore a quello del 3,8 percento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia questa percentuale risulta essere ancora più elevata, proprio perché tantissime persone contagiate non sono state testate, dunque non rientrano nelle statistiche che ogni giorno vengono diffuse dalla Protezione Civile nella conferenza stampa delle 18:00. I ricercatori sono giunti alla conclusione che il tasso di mortalità per infezione (IFR) in Cina è addirittura inferiore allo 0,5 percento. I dati della Diamond Princess saranno utili anche per ulteriori indagini epidemiologiche, attraverso le informazioni precise sui passeggeri con comorbilità (diabete, ipertensione, etc etc) o magari che fumavano.

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