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Cos’è lo spettacolare lampo di luce blu fotografato dallo spazio sui cieli d’Europa

L’astronauta francese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Thomas Pesquet ha fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale uno spettacolare lampo di luce blu sui cieli d’Europa, poco dietro l’Italia. Il raro fenomeno fa parte dei cosiddetti eventi luminosi transitori o TLE, una peculiare famiglia di fulmini che si proietta dalla superficie delle nuvole verso l’alto. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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Il getto blu fotografato dalla ISS sopra l'Europa. Credit: ESA/NASA – T. Pesquet
Il getto blu fotografato dalla ISS sopra l'Europa. Credit: ESA/NASA – T. Pesquet

A pochi giorni dalla condivisione dello scatto dell'aurora polare vista dallo spazio, considerato uno dei più belli mai ottenuti dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l'astronauta francese dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) Thomas Pesquet ci delizia con un'altra straordinaria astrofotografia. Nella nuova immagine, condivisa sul suo profilo Flickr, il neo comandante della ISS – dal 4 ottobre, dopo l'avvicendamento con l'astronauta giapponese Akihiko Hoshide – si può ammirare uno spettacolo estremamente raro, un lampo di luce blu che si staglia nell'alta atmosfera sopra all'Europa, poco dietro l'Italia. Di cosa si tratta esattamente?

Il lampo di luce blu fa parte dei cosiddetti eventi luminosi transitori o TLE (acronimo inglese di transient luminous event), un insieme di peculiari fenomeni elettrici legati alla famiglia dei fulmini ma di varia natura. Normalmente hanno una durata di pochi millisecondi, ma possono durare anche un paio di secondi; sono difficilissimi da osservare – soprattutto dalla superficie terrestre – e sono caratterizzati da forme e colori spettacolari, tipicamente blu o rossi. Il lampo immortalato da Thomas Pesquet tecnicamente è un getto blu (blue jet), un lampo di luce dalla forma conica che nell'alta atmosfera si proietta dalla superficie delle nuvole – soprattutto cumulonembiformi – verso l'alto durante un temporale. L'esatto contrario dei fulmini, in pratica. Proprio il fatto che si verifichino al di sopra delle nubi temporalesche ne rende l'osservazione estremamente complicata dalla Terra, a maggior ragione se si considera la brevissima durata e l'altezza del fenomeno (dai 30 ai 50 chilometri di quota). Ecco perché la Stazione Spaziale Internazionale è un posto privilegiato per osservarli e studiarli.

L'immagine intera. Credit: ESA/NASA – T. Pesquet
L'immagine intera. Credit: ESA/NASA – T. Pesquet

I getti blu originano quando la scarica elettrica si propaga attraverso la regione caricata negativamente (nella porzione superiore delle nubi temporalesche) prima di passare attraverso quella positiva nella porzione inferiore. Ciò spinge il fulmine a scatenarsi verso l'alto e non verso il basso: il colore blu è invece dovuto alla reazione con l'azoto molecolare. Nel caso dello scatto dell'astronauta francese, il getto blu sembra come abortito, ovvero non è riuscito a formare completamente il cono di luce e quindi risulta meno luminoso ed esplosivo. Un getto blu incompleto prende il nome di starter blue, come specificato dalla NASA. “Ciò che è affascinante di questo fulmine è che solo pochi decenni fa erano stati osservati aneddoticamente dai piloti e gli scienziati non erano convinti che esistessero davvero”, ha scritto l'astronauta su Flickr. Dopo pochi anni, prosegue Pesquet, è possibile confermare che ELVES e SPRITES (diversi tipi di eventi luminosi transitori NDR) “sono molto reali e potrebbero influenzare anche il nostro clima”.

Affini ai getti blu e agli altri TLE con nomi esotici vi sono anche gli spettri rossi o spiritelli rossi, come quelli immortalati sul Nord Italia dal fotografo svizzero Roger Spinner, direttore dell’Osservatorio Montsevelier. Sono anch'essi fulmini che si proiettano dal basso verso l'alto, con una caratteristica forma medusoide e uno spettacolare colore rossiccio. Sono tutti fenomeni che possono essere studiati dalla ISS grazie a sofisticata strumentazione ad hoc.

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