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Covid 19

Cosa sappiamo sui casi di miocardite emersi dopo il vaccino Covid di Pfizer

I sistemi di farmacosorveglianza di alcuni Paesi hanno rilevato casi di miocardite e pericardite (infiammazione del muscolo cardiaco e della membrana che protegge il cuore) dopo la seconda dose del vaccino anti Covid di Pfizer. La condizione, lieve nella stragrande maggioranza dei casi, si è verificata principalmente in adolescenti maschi. Al momento l’associazione col vaccino non è stata ancora accertata.
A cura di Andrea Centini
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Come qualsiasi altro farmaco, anche i vaccini anti Covid presentano degli effetti collaterali, che possono essere più o meno intensi in base alle condizioni e sensibilità individuali. Al di là di quelli attesi, frequenti e transitori alla stregua del dolore al sito dell'iniezione, della febbre e di un malessere generalizzato, possono insorgere anche conseguenze severe e molto più rare, come lo shock anafilattico o gli eventi tromboembolici associati ai vaccini a vettore virale di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Seppur rarissimi, i casi di trombosi della vena sinusale associati a trombocitopenia (carenza di piastrine) hanno spinto le principali autorità sanitarie – come l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) – a raccomandare questi farmaci solo alle fasce di età più mature, sebbene poi li si stia somministrando anche ai giovani durante gli “open day” e iniziative similari. Ora è finita sotto le lenti degli scienziati una nuova e potenziale reazione avversa, la miocardite, rilevata in alcuni pazienti – soprattutto giovani maschi – dopo la somministrazione del vaccino anti Covid di Pfizer e BioNTech.

Come indicato dall'agenzia di stampa britannica Reuters, che cita fonti del Dipartimento per la sicurezza dei vaccini del Ministero della Salute israeliano, tra dicembre 2020 e maggio 2021 su oltre 5 milioni di persone vaccinate col BNT162b2/Tozinameran sono stati rilevati 275 casi di miocardite. L'Istituto Humanitas specifica che la miocardite “è un'infiammazione del muscolo cardiaco in genere associata a infezioni virali, batteriche o fungine”. In alcuni casi dopo la vaccinazione sono stati osservati anche casi di pericardite, ovvero l'infiammazione del pericardio, la membrana che sostiene e protegge il cuore. Fortunatamente le indagini condotte sui pazienti israeliani hanno rilevato che nella stragrande maggioranza parte dei casi (95 percento) si è trattato di condizioni infiammatorie lievi, che hanno richiesto non più di quattro giorni di ricovero in ospedale. Gli esperti che hanno analizzato i casi indicano che esiste un “probabile legame tra la somministrazione della seconda dose del vaccino e la comparsa di miocardite tra gli uomini di età compresa tra 16 e 30 anni”, con una maggiore incidenza nei ragazzi più giovani, con età compresa tra i 16 e i 19 anni.

Nello studio “Symptomatic Acute Myocarditis in Seven Adolescents Following Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccination” pubblicato sull'autorevole rivista Pediatrics da scienziati della Scuola di Medicina della Oregon Health and Science si descrivono invece sette casi di miocardite verificatisi negli Stati Uniti. Anche negli USA sono stati colpiti giovani maschi con un'età tra i 14 e i 19 anni, alcuni giorni dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino di Pfizer. “Tutti avevano dolore al petto e cinque avevano la febbre. Altri sintomi osservati in uno o più pazienti includevano mancanza di respiro, affaticamento, dolore a entrambe le braccia, nausea, vomito, mal di testa, anoressia e debolezza”, si legge nel rapporto della AAP. I ragazzi colpiti presentavano “livelli di troponina elevati e risultati anomali dell'elettrocardiogramma e della risonanza magnetica cardiaca”. Le infiammazioni sono comunque state considerate lievi e tutti i ragazzi sono stati dimessi dopo 2-6 giorni, dopo aver ricevuto trattamenti a base di immunoglobuline per via endovenosa e corticosteroidi.

La Public Health Agency of Canada (PHAC) ha segnalato 25 casi di miocardite e pericardite su 26 milioni di dosi di vaccino anti Covid somministrate, ma questi numeri sembrano non allarmare particolarmente gli esperti. “Attualmente non vediamo tassi più alti di quanti ci si aspetterebbe nella popolazione generale, ma è qualcosa che dobbiamo monitorare continuamente”, ha dichiarato la dottoressa Theresa Tam, a capo della sanità pubblica canadese. “Data la natura lieve dei casi e la rarità di questi eventi, anche se sussiste una connessione reale penso che i benefici della vaccinazione continuino a superare i rischi”, ha invece dichiarato il dottor Sean O'Leary, vicepresidente del Comitato AAP per le malattie infettive (COID). Alla luce del potenziale rischio di miocardite, seppur remoto e con conseguenze che al momento non destano particolari preoccupazioni, i CDC americani raccomandano ai medici di tenere in considerazione la possibile emersione di una miocardite e di una pericardite “nei pazienti che sviluppano dolore toracico acuto, mancanza di respiro o palpitazioni cardiache entro una settimana dalla vaccinazione”. Tutti i casi vanno tempestivamente segnalati ai sistemi di farmacovigilanza per confermare con studi ad hoc la correlazione col vaccino di Pfizer. Recentemente il farmaco è stato approvato dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dall'AIFA anche per gli adolescenti dai 12 anni in su.

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